Secondo i dati recentemente diffusi dall’Istat ed elaborati da ASS.I.CA. (Associazione Industriali delle Carni), continua la crescita della domanda di salumi tipici italiani sui mercati esteri. Con 22mila tonnellate esportate, nel 1° trimestre 2006, l’incremento in volume è stato del + 8% per un corrispettivo di 159 milioni di Euro + 7,7%.

“Analogamente a quanto accaduto nei 12 mesi del 2005,” dichiara Francesco Pizzagalli, Presidente ASS.I.CA. “la performance dei prodotti di salumeria, fatta eccezione per gli insaccati cotti, manifesta un trend molto dinamico, a conferma della solida immagine di cui godono i nostri prodotti all’estero”.

Per quanto concerne i mercati di riferimento da sottolineare gli ottimi andamenti evidenziati da Francia, Germania, Austria e Regno Unito, nostri primi quattro partner commerciali che, con incrementi a due cifre, hanno fatto registrare risultati superiori alla media del periodo.
La Francia si conferma primo Paese destinatario delle nostre esportazioni in quantità. Nel primo quarto dell’anno le spedizioni verso tale Paese hanno raggiunto le 5.775 tonnellate per oltre 37 milioni di euro. A trainare gli invii verso il paese transalpino i prosciutti crudi (in particolare con osso) che, con un incremento del 15,6% per 3.821 tonnellate, rappresentano oltre un terzo del totale delle nostre esportazioni di tale prodotto. Buoni anche gli acquisti francesi dei nostri prosciutti cotti (con oltre 500 tonnellate +6,8% per 4 Milioni di Euro + 12,2%).
Bene anche la Germania che, con un incremento dell’11,6% in quantità e del 6,6% in valore, si conferma al secondo posto come Paese di riferimento per le quantità, ma al primo per il valore (37,2 Milioni di Euro, contro i 37,0 Milioni della Francia). Aumenti si registrano nelle esportazioni di tutti i principali prodotti della nostra salumeria verso questo Paese: prosciutto crudo (+12,3%), salami (+9,1%), pancette (+16,3%) e prosciutti cotti (+25,5%).
Tornano in terreno positivo, dopo un paio di anni difficili, le spedizioni verso l’Austria che, con un brillante +16,7%, si conferma terzo mercato per le nostre aziende. Decisivi per il rendimento del nostro export verso questo paese gli incrementi evidenziati da prosciutto crudo e speck (+24,6%) e prosciutto cotto (+34,4%).
Sempre in ambito UE, crescono le esportazioni verso il Regno Unito (+12,5%) e Belgio (+10,2%).

Altalenante la situazione oltre i confini comunitari, tra i mercati extra UE si segnalano, infatti, la crescita di Giappone e Croazia (rispettivamente +12,2% e +14,3%), mentre calano gli invii verso Svizzera (-9,2%) e USA (-5,1%).
La Confederazione Elevtica vede una riduzione nella domanda di tutti i principali prodotti (prosciutto crudo, mortadella e salame) mentre il calo del mercato statunitense è principalmente connesso alla penalizzazione del confronto con l’ottimo andamento del primo trimestre 2005, in cui avevano giocato un ruolo importante alcune vicende commerciali e sanitarie.
Prosegue, infine, la crescita del Canada che, seppur riferita ancora a quantitativi limitati e quasi esclusivamente a prosciutti crudi, vede più che raddoppiata la propria quota rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.
Il ruolo trainante dell’export è esercitato dai prosciutti crudi che hanno, infatti, superato abbondantemente la soglia delle 10.000 tonnellate nel periodo di riferimento, facendo registrare un +12,7% in quantità e un +6,8% in valore (85 milioni di euro). La domanda proveniente dai Paesi della Ue ha continuato a giocare – anche in questo primo quarto d’anno – un ruolo fondamentale per il prodotto principe della salumeria italiana. La UE a 25 ha evidenziato, infatti, tassi di crescita delle quantità richieste nettamente superiori a quelli registrati dal totale mondo (+ 16,0% contro + 12,7%). All’interno del mercato unico spiccano gli incrementi dei primi quattro mercati di riferimento Francia (+15,6%), Germania (+12,3%), Austria (+24,6%) e Belgio (+13,9%). Più complessa la situazione oltre i confini della Comunità, ove agli ottimi risultati di Croazia (+26,9%) e Giappone (+22,4%) si sono contrapposti i cali di USA (-8,4%) e Svizzera (-17,4%). Quest’ultima addirittura sopravanzata dal Giappone.
Molto buono l’andamento dei salami che, dopo aver chiuso brillantemente il 2005, hanno iniziato il 2006 con aumenti ancora interessanti (+6,2% in quantità pari a 3.659 tonnellate e +7,1% in valore). La Germania, con un +9,1% (1.312 tonnellate), rafforza ulteriormente la propria posizione di primo importatore dei nostri salami, con una incidenza di oltre il 35% sul totale delle esportazioni del prodotto. Buoni anche i risultati ottenuti nel Regno Unito che, con 500 tonnellate di salami importati (+ 31,5%) sopravanza la Svizzera e diventa il secondo mercato di riferimento per tale prodotto. Buona la performance del Belgio (+9,6% per 300 tonnellate).

Prosegue il periodo non facile per gli insaccati cotti. La mortadella inizia il 2006 in salita facendo registrare una diminuzione del 2,3% nelle quantità esportate e dell’1,9% in valore. Determinante per la prova del prodotto, la battuta d’arresto della domanda di molti dei tradizionali partner commerciali – in particolare Spagna (-11,4%) e Grecia (-15,8%) – e della maggior parte dei mercati minori. Bene Germania (+5,9%) e Libano (+12,0%) che, con oltre 200 tonnellate, rappresenta ormai il 5° mercato di riferimento del prodotto.
Continua sempre decisa la crescita del prosciutto cotto, che raggiunge le 2mila tonnellate di prodotto esportato (+18,1%) per un valore di quasi 12 milioni di euro (+18,2%). Da notare come il prodotto della nostra salumeria continui a dimostrare grande capacità di penetrazione su tutti i principali mercati (con l’unica eccezione del Regno Unito che è stabile) riducendo sempre più la propria dipendenza dalla Francia (+6,8% per 556 tonnellate) suo primo mercato di sbocco. Molto positivi in particolare i risultati di Germania (+25,5% per 436 tonnellate) che rafforza il proprio ruolo di seconda piazza; Spagna (+106,3%) e Austria (+34,4%).
In crescita, infine, anche pancetta e bresaola. La prima con un +12,9% in quantità (560 tonnellate di prodotto esportate) e un +11,4% in valore, maturati grazie ai maggiori invii verso Regno Unito (+19,4%), Francia (+5,3%) e Germania, che confermano la tendenza favorevole emersa nel 2005.
La bresaola prosegue nel suo regolare trend di crescita, ormai in atto da diversi anni, e anche nel primo trimestre di quest’anno conferma questa tendenza: 338 tonnellate (+11,8%) per un corrispettivo di 5,3 milioni di euro (+20,8%).
Considerati i vari blocchi import operati da diversi Paesi per via della BSE in Europa e la sempre più difficile situazione di acquisto della materia prima, viene da pensare che il prodotto potrebbe avere, in condizioni normali di mercato, una performance esportativa ancor più brillante.