Semplificazione e flessibilità dell’organizzazione per migliorare l’efficienza amministrativa, valorizzazione e qualificazione del personale. Maggiore integrazione e coordinamento tra i diversi settori della “macchina regionale” (le direzioni generali) per raggiungere gli obiettivi prefissati, riducendo allo stesso tempo il peso della burocrazia.

E ancora, un taglio immediato del dieci per cento delle posizioni dirigenziali (- 20 unità) e incentivi per la risoluzione volontaria anticipata del contratto da parte di dirigenti.

Sono queste le linee principali di intervento contenute in un pacchetto di misure varate dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito di una riorganizzazione delle proprie strutture. I provvedimenti – che fanno seguito a quelli adottati nella prima riorganizzazione del 2001 e 2002 che hanno ridisegnato l’organizzazione e il funzionamento della struttura regionale – sono stati approvati dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Organizzazione Luigi Gilli.

L’iniziativa di riorganizzazione si inserisce in un quadro di forte contenimento della spesa dettato dall’applicazione delle Leggi finanziarie, che incide sia sull’Ente Regione, sia sulle autonomie locali.
Il provvedimento approvato dalla Giunta si inserisce in un percorso avviato da tempo, con l’obiettivo di razionalizzare e ridurre le strutture organizzative esistenti, migliorandone la loro organizzazione.

“Si tratta di una prima fase di un più ampio riordino delle strutture organizzative della Regione. Dopo un attento check-up della situazione attuale e un confronto diretto sia con il personale sia con le organizzazioni sindacali – spiega Luigi Gilli, assessore all’Organizzazione della Regione Emilia Romagna – si è avviato un processo di cambiamento organizzativo necessario a proiettare l’Ente nella dimensione europea, nazionale e di governo del territorio e per rispondere alle molteplici riforme che hanno caratterizzato l’ultimo decennio. Ci stiamo dotando di strumenti organizzativi adeguati e al passo con il nuovo modello di governance a cui la Regione Emilia-Romagna tende”.

La riduzione di 20 posizioni dirigenziali si è realizzata anche con razionali accorpamenti di funzioni diverse in una sola posizione e ha riguardato trasversalmente tutte le direzioni generali.
Per quanto riguarda la risoluzione volontaria anticipata del contratto da parte di dirigenti, nell’ipotesi massima che ne usufruiscano i 45 dirigenti potenzialmente interessati, la Regione potrebbe avere un minor costo sul personale dirigenziale, a regime dal 2008, di circa 2,8 milioni di euro annui, al netto delle incentivazioni fino ad un massimo di 22 mensilità.