Ammontano a 595 mila euro gli stanziamenti provenienti dal fondo regionale per la Protezione civile destinati alla realizzazione di dieci interventi di ripristino e alla messa in sicurezza di opere e infrastrutture pubbliche, la maggior parte in Appennino.

Come spiega Alberto Caldana, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, si tratta “principalmente di strade comunali, torrenti, opere idrauliche e canali di comuni montani danneggiati da eventi calamitosi degli ultimi 18 mesi. Abbiamo concordato con i Comuni e gli enti interessati le aree su cui intervenire, per garantire, dopo le emergenze, il ritorno alle normali condizioni di vita, mobilità e sicurezza territoriale”.

Nell’elenco figurano il consolidamento del versante e di opere in difesa della strada comunale via Tezza in località Ponte Samone eseguiti dal Comune di Guiglia, il consolidamento a monte dell’abitato di Dogana Nuova a Fiumalbo, il ripristino della strada comunale via Valle Olio, località Favello–Carobbio, eseguiti dal Comune di Serramazzoni, il consolidamento da parte del Comune di Zocca della strada comunale via Medici in località Casa Nadino interessata da movimento franoso, a Montese, il Comune realizza interventi di ripristino della sede stradale parzialmente distrutta su via Crosicchia in frazione Montalto, il Comune di Pievepelago interventi di ripristino sulla strada comunale Modino – Capannella, il Comune di Polinago previsti interventi di ripristino sulla strada comunale di Monteforco, a Pavullo nel Frignano il Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia Secchia ricostruisce opere idrauliche nel torrente Cogorno e sistema il movimento franoso adiacente, in località Frassineti.

Previsti interventi anche in pianura: a Campogalliano i lavori del Consorzio Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia sulle sponde franate e la sistemazione dell’alveo del cavo Fossa nuova; a Modena l’intervento del Consorzio bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro sul canale S.Pietro a protezione del sifone in corrispondenza del torrente Tiepido, mentre il Servizio tecnico di bacino della Regione esegue lavori per la regolarizzazione delle portate di piena del cavo Archirola e per il ripristino dei danni nel diversivo Martiniana.

Quello idrogeologico è uno dei principali rischi dell’Appennino modenese: le aree perimetrate in frana attiva, quiescente o potenzialmente instabile del territorio montano coprono, infatti, un superficie di quasi 400 chilometri quadrati, pari al 27 per cento del totale.