Ciò che il Governo Berlusconi aveva promesso e tanto sbandierato, in materia di sicurezza sul lavoro, è diventato legge col Governo Prodi. Sono infatti contenute nel cosiddetto Decreto Bersani sulle liberalizzazioni alcune misure urgenti destinate al contrasto del lavoro nero e per la promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nei cantieri edili.

Tra queste di grande importanza è la norma (articolo 36bis, comma 10) che impone alle imprese edili di comunicare le assunzioni ai Centri provinciali per l’impiego il giorno antecedente la data di costituzione del rapporto di lavoro. I Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Emilia sono già stati allertati e in caso di violazione del nuovo obbligo, sono tenuti a segnalarlo alla locale Direzione provinciale del Lavoro per l’eventuale applicazione della sanzione.

Per illustrare il “Pacchetto Bersani” si è tenuta questa mattina a Palazzo Allende una conferenza stampa alla quale hanno preso parte l’assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari, il Dirigente del Servizio Lavoro Domenico Savastano, il funzionario provinciale Pier Paolo Tacoli, l’ispettore della Direzione provinciale del Lavoro Roberto Cocconi e Carlo Veronesi, direttore dello SPSAL dell’Ausl di Reggio Emilia.

“Il lavoro nero è una piaga sociale – ha detto l’assessore Ferrari – che produce danni anche economici, le misure urgenti varate dal Governo rappresentano un primo passo verso la legalità, in particolare la comunicazione preventiva di assunzione per gli edili è fondamentale, in quanto dà finalmente certezza alla data di assunzione e impedisce quindi che i lavoratori vengano regolarizzati solo post mortem o dopo eventuali infortuni, come spesso è accaduto fino ad oggi. Basti sapere, al proposito, che il 12% di tutti gli infortuni riguarda lavoratori assunti, guarda caso, il giorno stesso in cui rimangono vittime dell’incidente! E’ ovvio che si tratta in realtà di lavoratori in nero”.
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La nuova normativa dovrebbe pertanto costituire un tassello rilevante a fronte di una situazione che si sta progressivamente deteriorando se si pensa che mediamente muoiono sul lavoro tre persone al giorno e che nel 2004 il fatturato dell’economia sommersa rappresentava il 16,7% del Pil a livello nazionale e l’8,5% del Pil a livello regionale (stime Istat). Se tra il 2000 e il 2005 si era avuto un calo di incidenti, dal primo semestre 2006 gli infortuni e i decessi sono in netta crescita (+4%) e il settore con l’incidenza più alta è proprio quello edile. Nello stesso trimestre si registra poi un aumento delle aziende non in regola (+17,8%), dei lavoratori irregolari (+39,7%) e in nero (+23,7%).

“Sulla diminuzione di incidenti ci crediamo poco – ha sottolineato l’ing. Carlo Veronesi – perchè in realtà è la struttura delle imprese edili che sta cambiando, che si frantuma e che presenta un numero sempre maggiore di lavoratori autonomi, i quali non fanno denuncia d’infortunio. Nella nostra provincia i controlli sono sempre stati costanti e continueranno periodicamente”.

“Con le nuove misure – ha detto l’ispettore Cocconi – il nostro ufficio avrà ali più appuntite per contrastare situazioni irregolari: l’aggravio delle sanzioni, l’obbligo di esporre il cartellino di riconoscimento, ad esempio, ci permnetteranno di lavorare con più efficacia”.

Le altre misure urgenti
Accanto alla norma sulla comunicazione preventiva di assunzione in edilizia, il Decreto Bersani dispone ulteriori misure urgenti che, in attesa dell’adozione di un Testo Unico in materia, possano quantomeno arginare la preoccupante escalation di morti e feriti sul lavoro. Per contrastare l’utilizzo di mandopera irregolare infatti l’art. 36bis, ai commi 1 e 2 prevede che il personale ispettivo possa sospendere il lavoro nei cantieri nei quali si riscontri una presenza pari o superiore al 20% di lavoratori in nero o quando ci si trovi in presenza di gravi e reiterate violazioni sui tempi di lavoro e sui riposi. Ne conseguirà l’interdizione (fino a 2 anni) dalla contrattazione con la P.A. e dalle gare pubbliche.
Ai commi 3-5 dello stesso articolo è previsto l’obbligo della tessera di riconoscimento per tutti i lavoratori in cantiere, anche autonomi, con responsabilità in solido del committente.
Il comma 7 prevede invece un forte inasprimento e una più efficace articolazione delle sanzioni (ferme da 10 anni) per l’impiego di lavoratori (non solo dipendenti) che non risultino dalla documentazione obbligatoria.
Il comma 8 riguarda le agevolazioni contributive per l’edilizia che diventano applicabili solo in presenza di regolarità contributiva.
Il comma 9 prevede il ripristino dell’indennità di missione per il personale ispettivo DPL e di vigilanza Inps e Inail soppressa dall’ultima finanziaria, che di fatto aveva paralizzato le attività ispettive (non c’erano risorse sufficienti neppure ad acquistare carburante!).
Anche l’articolo 35 (commi 28-34) è molto importante in quanto prevede l’estensione della responsabilità solidale dell’appaltatore con il subappaltatore per le ritenute fiscali sui redditi di lavoro dipendente, contributi previdenziali e assicurativi, nonché forti sanzioni anche per il committente che paghi senza controllare la regolarità. Queste misure entreranno in vigore quando sarà approvato il decreto di attuazione (90 gg).

Le principali linee di azione della Provincia
La Provincia, pur non avendo competenze dirette, concorre e in alcuni casi è determinante per indurre azioni convergenti fra gli enti ispettivi, principalmente INPS, INAIL, AUSL e la Direzione Provinciale del lavoro, alla quale spettano per legge specifici compiti di coordinamento, ed il resto della PA. L’obiettivo è costruire un sistema potenziato e coordinato di azioni contro le varie forme di lavoro irregolare, e trova finalmente riscontro nell’azione del Governo e nell’evoluzione normativa.
Il protocollo provinciale contro il lavoro nero e l’evasione contributiva negli appalti delle opere pubbliche contiene una serie di misure innovative e migliorative, che vanno oltre la normativa attualmente vigente in materia di appalti pubblici, valorizza i rapporti con le imprese sane che eseguono i lavori pubblici, porta maggiore trasparenza e controllo. Consente, in caso di irregolarità o inadempimenti nella conduzione dei rapporti di lavoro, dei sub-appalti o delle misure volte a garantire sicurezza e salute dei lavoratori addetti, di mettere in atto le opportune iniziative per rimuovere tali problemi. E’ già stato adottato da 41 amministrazioni comunali nel corso del 2005 ma lo si sta già rivedendo, insieme alle forze sociali ed alle altre Pubbliche amministrazioni, per aggiornamento alla normativa, per superare difficoltà di applicazione da parte dei Comuni più piccoli e per l’estensione del protocollo a tutte le altre stazioni appaltanti pubbliche: Ausl, Università. Per il momento il testo su cui si lavora trova piena rispondenza nell’evoluzione normativa ma sembra confermarsi ancora la necessità della sua sottoscrizione, in attesa dei Testi unici sulla sicurezza e sugli appalti.

Controlli sui cantieri edili

-da ottobre 2005 gli enti ispettivi hanno aumentato i controlli “congiunti”, molto efficaci, che svolgono insieme sui cantieri edili da due all’anno a due al mese
-attraverso attività di formazione degli enti ispettivi e affiancamento nelle ispezioni è iniziato l’impiego delle forze di polizia municipale nel controllo dei cantieri edili, che sarà esteso entro l’anno.
Analogamente si lavorerà per integrare l’attività ispettiva con interventi di controllo del territorio da parte dei Comuni sul fenomeno del laboratori cinesi dell’abbigliamento, in parallelo ad attività di servizio e di mediazione in materia di lavoro verso la comunità cinese, imprenditori e lavoratori. Intanto è operativo da ormai un anno il China point presso il CPI di Reggio Emilia.
Dove vi sono condizioni di irregolarità del rapporto di lavoro ma anche rapporti di lavoro “regolari” ma precari vi è anche maggiore negligenza in termini di tutela della sicurezza dei lavoratori.
La Provincia di Reggio Emilia, già a partire dal 2000, ha promosso la costituzione del Comitato Provinciale di Concertazione su prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro con l’obiettivo di attivare, a livello locale, sinergie e collaborazioni stabili tra la PA, in particolare i servizi di prevenzione dell’AUSL, e tutte le forze sociali per favorire riduzione del fenomeno infortuni a Reggio Emilia.
Fra le molte iniziative promosse, le principali riguardano numerose azioni formative nelle scuole, azioni informative e formative contro le cadute dall’alto (fra le principali cause di morte e di gravi infortuni), l’introduzione di autovalutazione e di meccanismi premianti per le ditte che maggiormente rispettano le norme antinfortunistiche e si sottopongono volontariamente a controlli di verifica. Spicca il Protocollo d’intesa sugli standard formativi minimi in materia di sicurezza, sottoscritto nell’aprile 2004 da tutte le istituzioni pubbliche competenti in materia e dalle forze sociali, iniziativa originale a livello nazionale.