In merito alle considerazioni apparse sulla stampa sulla vicenda della legge regionale 41/97 articolo 10bis, l’assessore comunale alle attività
commerciali, Maria Cristina Santandrea, dichiara quanto segue.

“La volontà ritorsiva non mi appartiene e in ogni caso non capisco di quale ritorsione si possa parlare. La scelta dell’amministrazione comunale
è stata quella di privilegiare un intervento complessivo sul Piano di Valorizzazione Commerciale (Pvc) di Piazza Verdi, con un investimento di 6,6 milioni di euro nel periodo 2005-2007. L’articolo 10bis della legge
regionale 41/97 è stato introdotto in seguito alla legge regionale 20 del 2005 e prevede un possibile finanziamento, non definibile in termini di
quantità, solo per una quota minima dello stesso Pvc. Nell’impegnare i 6,6 milioni di euro certi nella progettazione complessiva del Pvc, non si è
volutamente tenuto conto di quote finanziabili solo per frazionamenti di piccole entità: non sarebbe stato economico né in termini di tempo né di risorse umane, vista la complessità del Piano di valorizzazione commerciale. In sostanza, si è scelto di avere un piano certo diinvestimenti per un progetto ampio ed esaustivo senza rischiare inutili
frazionamenti. Inoltre mancava certezza circa un programma consapevole di spese sull’importo da cofinanziare.

Per quanto riguarda gli interventi in via delle Moline, la legge 41 è molto chiara nella parte in cui tratta della decorrenza delle iniziative e
dei tempi di attuazione. Infatti precisa che possono essere ammesse a contributo le iniziative intraprese nei 15 mesi antecedenti la data di scadenza per la presentazione della domanda, quindi occorreva che i lavori
di via delle Moline venissero approvati e iniziati entro il 15 giugno 2005.
Viceversa, i lavori sono stati approvati il 28 dicembre 2005 e iniziati il 22 maggio 2006.
Chi parla di ritorsioni, dunque, non conosce la legge e i suoi ambiti. E chi suggerisce di valorizzare gli investimenti già fatti nelle vie
interessate, ipotizza un comportamento amministrativo che non ci appartiene. Infatti non siamo abituati a far conteggiare più volte quello
che investiamo”.