I consiglieri del gruppo della Lega Nord Mauro Manfredini, Maurizio Parma e Roberto Corradi, hanno presentato una risoluzione che impegna la Giunta regionale ad avviare, attraverso le strutture di controllo e tutela della salute pubblica dell’Emilia-Romagna, una campagna di monitoraggio ed esame a campione dei capi di abbigliamento commercializzati sul territorio regionale (in particolare quelli per bambini) al fine di rilevare e ritirare dal mercato eventuali tessuti contenenti ammine cancerogene e coloranti allergenici vietati.


I firmatari del documento motivano la loro richiesta evidenziando i dati emersi da una ricerca sui prodotti tessili importati in Italia dai paesi asiatici pubblicata dalla ‘Stazione sperimentale sull’atossicità’ (ente pubblico di ricerca e sperimentazione nel settore tessile), dalla quale emergerebbe che il 51,2% dei prodotti controllati “non risulta conforme alle regole che tutelano la salute dei consumatori”.

Gli esponenti del Carroccio riferiscono inoltre che da un’indagine condotta nei vari paesi europei dall’Organismo per la moda delle Camere di Commercio (resa pubblica a Bruxelles lo scorso 25 settembre), emergerebbe che “il 40% dei prodotti tessili venduti in Europa non ha alcuna indicazione di provenienza, il 57% del tessile di proveniente asiatica non rispetta le prescrizioni comunitarie sulla composizione delle fibre, e il 9,5% contiene ammine aromatiche cancerose”.

Gli estensori della documento sollecitano pertanto l’esecutivo regionale a chiedere al Governo e alla Comunità europea di adottare una normativa che imponga l’applicazione dell’indicazione di provenienza sui capi di abbigliamento. In Europa, infatti – sostengono i consiglieri – non esiste alcun regolamento comunitario che contempli tale prescrizione, “una carenza questa che, unita alla mancanza di controlli sui capi di abbigliamento rischia di pregiudicare gravemente la salute dei consumatori, e in particolare quella dei bambini”.