L’Assemblea elettiva della Fiepet Emilia-Romagna, la Federazione che raggruppa i pubblici esercizi di Confesercenti, ha nominato a suo Presidente Andrea Cavallina, ristoratore di Ferrara, e come Vice-Presidenti Graziano Frigieri di Modena e Franco Nanni, di Bologna.

L’assemblea è stata aperta dal convegno su ”La Ristorazione in Emilia Romagna fra tradizione ed innovazione” a cui hanno partecipato l’Assessore al turismo e commercio della Regione Emilia-Romagna, Guido Pasi, il Presidente regionale di Confesercenti, Sergio Ferrari, il Segretario regionale Confesercenti Stefano Bollettinari e il Presidente nazionale Fiepet, Ermes Anigoni, che ha svolto l’intervento conclusivo.
L’assemblea elettiva ha messo in evidenza in primo luogo l’importanza della programmazione del settore che si fonda sulla corretta applicazione della Legge regionale 14/2003 e dei relativi criteri, che devono essere adottati da tutti i Comuni della regione.

Durante l’incontro è stato poi affrontato il tema della proposta di Legge finanziaria 2007 valutata fortemente penalizzante per le pmi e i principali problemi che accomunano le varie tipologie di esercizi ricettivi: pressione fiscale, costo del lavoro, calo dei consumi, abbassamento della redditività delle imprese, eccessiva burocrazia e abusivismo con il continuo proliferare di forme improprie di ristorazione.
Sul provvedimento di restrizione alla vendita di alcolici, inserito in finanziaria, la Fiepet ha ribadito che non si discute la necessità di tutelare la salute e la sicurezza dei giovani, ma non si possono costringere gli esercenti a compiere controlli anagrafici ad ogni consumazione o acquisto di alcolici e che comunque non è aumentando le restrizioni che si risolvono i problemi.

E’ stata poi presentata una interessante ricerca sulla ristorazione in Emilia Romagna da parte di Alessandro Tortelli Direttore del Centro studi turistici di Firenze, dalla quale emerge che le scelte strategiche e produttive degli operatori si orientano su uno standard di cucina prevalentemente “tradizionale”, con proposte incentrate sulla valorizzazione dei piatti e dei prodotti tipici, quasi a rafforzare i segni distintivi del territorio.
La linea di tendenza sembra essere quella di evitare la massificazione e rispolverare l’identità dei prodotti nostrani, rispettando la terra, il tempo e i sapori e difendendo le tradizioni e i profumi, pur guardando al futuro e all’innovazione adeguandosi sempre alle nuove esigenze della clientela.

I pubblici esercizi in Emilia-Romagna sono circa 25.000 e in Italia rappresentano circa 230.000 imprese con oltre 900.000 dipendenti fra occupati e collaboratori familiari.
È un settore produttivo molto importante per l’economia e il turismo che è in continua evoluzione. Spesso rappresenta un vero e proprio “presidio di civiltà” anche laddove il degrado urbano o lo spopolamento dei paesi prevale e rende meno sicuro il nostro territorio e le nostre città.