“E’ la percezione stessa – dichiara Massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – che ognuno può avere del vivere in città il miglior indicatore sulla qualità dell’ambiente. Numericamente il dato è riassumibile con un 24° posto nella classifica generale nazionale, un salto in avanti di 8 posizioni rispetto all’anno scorso, ma una sostanziale presenza di Reggio nella parte centrale della classifica ormai da troppi anni”.

“Alcuni fattori infatti penalizzano la nostra città, come l’alto valore del biossido di azoto nell’aria (50,2 microgrammi/metro cubo), una alta concentrazione di nitrati nell’acqua potabile (20,9 mg/l), una alta produzione di rifiuti pro capite (781 kg/abitante all’anno), non compensata dal buon dato della raccolta differenziata (44,9 % e settimo posto nazionale), e da dati sulla mobilità ineluttabili: solo 76 viaggi all’anno per abitante sui mezzi pubblici e 62 auto circolanti ogni 100 abitanti, con isole pedonali tra le più basse della regione (0,22 metri quadrati per abitante) ed un uso di 630 Kep per abitante anno, ovvero il consumo di benzina e diesel procapite all’anno in kg equivalenti di petrolio”.

Il Rapporto Ecosistema Urbano 2007, realizzato sui dati ambientali dell’anno 2005, realizzato da Legambiente in collaborazione con Il Solo 24 ore, raccoglie quasi 30 indicatori per ogni realtà capoluogo di provincia, fornendo da oltre 12 anni lo stimolo di confronto ed il pungolo per le amministrazioni comunali sulle politiche ambientali nelle città italiane.

“Dati incoraggiante – continua Massimo Becchi – ci vengono dalle politiche ambientali, dove siamo i primi per l’eco-menagment, dalla capacità di risposta del Comune e da una dotazione di 15,84 metri quadrati di verde urbano per abitante. Reggio è giusto al centro delle città emiliano-romagnole, preceduta dall’ottima performance di Parma (4° posto), Ferrara (7), Ravenna (17) e Bologna (19). Alcuni dati degli ultimi 10 anni ci fanno riflettere: la qualità dell’aria è migliorata per alcuni parametri (nel 1995 erano 140 circa i microgrammi di NO2 presenti), ma sono comparsi nuovi agenti come le PM10 e sono aumentate le auto in circolazione, mente è diminuito l’uso dei mezzi pubblici (nel 1995 si facevano quasi 100 viaggi all’anno per abitante). Migliora invece il consumo d’acqua passato da 209 litri/abitante/giorno del ’95 ai 160 attuali”.

“E’ il non fare – conclude Massimo Becchi – e una politica pigra nei confronti di questi temi a fare si che negli ultimi anni sul trasporto urbano nulla sia migliorato e che sui rifiuti si sia solo a fatica attivata il porta a porta in una circoscrizione di Reggio, metodologia consolidata in molti comuni del nord e centro Italia, ma non nel corredo genetico della nostra multiutility. Certo è che non tutte le colpe possono ricadere sugli amministratori, visto che molti aspetti riguardano direttamente i comportamenti dei cittadini o iniziative di tipo statale”.