E’ negativo il dato dell’occupazione nelle imprese modenesi con meno di 50 dipendenti. Solo apparentemente, però, perché storicamente il terzo trimestre dell’anno è condizionato dalle cessazioni di rapporti di lavoro estivi. Anzi, se si vuole destagionalizzare l’andamento possiamo constatare un aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, tendenza che dimostra come comunque il mercato del lavoro si mantenga fondamentalmente positivo.

Infatti depongono in questo senso, come vedremo in seguito, altri importanti fattori come l’aumento sensibile delle assuznionin ed il calo dei posti di lavoro “precari” (collaborazioni a progetto, eccetera). Il dato che si evidenzia nell’analisi statistica di CNA, che prende in considerazione oltre 1.300 imprese per quasi 8.500 addetti, fissa infatti la perdita di posti lavoro nel periodo luglio-settembre in 215 unità, pari al -2,5%.

A testimonianza del fatto che il dato negativo trae origine soprattutto dalle cessazioni dei contratti estivi a tempo determinato, il fatto che questo calo fisiologico è dovuto esclusivamente dai licenziamenti (896 contro 819, cioè 77 cessazioni in più, con una crescita dell’8,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Infatti, anche le assunzioni aumentano (681 contro 587, vale a dire 94 in più corrispondenti ad un +13,8% rispetto al terzo trimestre di dodici mesi fa).

Nonostante questa flessione, il dato relativo al saldo assunti/licenziati nelle imprese con meno di 50 dipendenti per i primi nove mesi del 2006 rimane ampiamente positivo (+2%), grazie soprattutto al buonissimo andamento nel comparto della produzione (+3,4%) e nell’edilizia (+1,8%), che compensano ampiamente la perdita di posti lavoro nel settore dei servizi (-1,7%).
Dal punto di vista contrattualistico, diminuiscono di poco i contratti di apprendistato (erano stati il 30,5% nel terzo trimestre 2005, sono il 30,1% quest’anno), mentre aumenta sensibilmente la quota di extracomunitari sui nuovi assunti(23,7% nel 2006 contro il 16,4% di dodici mesi fa), a conferma dell’importanza dei lavoratori stranieri per il sistema produttivo modenese.


CNA per la prima volta ha analizzato anche l’andamento dei collaboratori a progetto operanti nelle imprese del campione, analisi che ha dimostrato un significativo calo di queste figure professionali, che nel terzo trimestre 2006 sono 996 contro i 1.057 di dodici mesi fa, segno tangibile del contributo dato alle piccole imprese contro la precarietà.

I settori
Con riferimento al terzo trimestre, va segnalato il positivo comportamento di un po’ tutti i comparti della produzione, ben al di sotto del dato negativo medio, con l’unica eccezione del comparto relativo alla lavorazione di vetro e ceramica (-4,9%) e della chimica/gomma/plastica (-3,5%). In particolare, ben si comportano alimentare (-0,2%), tessile-abbigliamento (-0,6%) e, in particolare, il settore legno, l’unico in positivo (+4,1%). Si difende, e lo fa bene, la meccanica (-1,9%).In linea con le attese e le dinamiche congiunturali l’edilizia (-2%), mentre le note stonate arrivano dai servizi (-4,9%), in modo particolare dal commercio.
Le zone
Nella ripartizione per zone spicca il “pareggio” dell’Area Nord Est (che comprende i comuni della vaslle del Panaro che vanno da San Cesario a Bomporto, comprese Bastiglia e Ravarino. In negativo, ma di poco, Carpi (-0,7%) e l’Area Nord (-0,8%). Più in negativo della media sono l’area del capoluogo (-2,7%), la zona delle Terre di Castelli (-3,5%), l’Appennino (-4,1%), e in modo particolare Sassuolo e dintorni che denuncia il calo più consistente (+5%).

Commento di Cna
Insomma, dati alla mano (mai positivo il saldo assunti/licenziati nel terzo trimestre dell’anno) l’occupazione modenese nelle imprese con meno di 50 addetti pare difendersi, confermando la congiuntura favorevole. In questo contesto, come si rilevava precedentemente, particolarmente significativa è la crescita delle assunzioni rispetto allo scorso anno (quasi 14 punti percentuali in più!).
Secondo CNA, a questo punto è più che probabile che il 2006 si chiuda con un aumento complessivo dell’occupazione, anche se non mancano le preoccupazioni per il futuro.
Infatti, se è difficile pensare che la diminuzione di quattro decimali dei contratti di apprendistato sia dovuta al ventilato aumento del 10% sui contributi previdenziali legati a questo tipo di occupazione, d’altra parte è palese la preoccupazione degli imprenditori per l’aumento dei costi legati alla Finanziaria in esame in questi giorni al Parlamento.
Una Finanziaria – osserva la CNA – che complessivamente presenta un saldo negativo tra gli interventi a sostegno dello sviluppo delle imprese e le misure che invece si abbatteranno su queste ultime, in particolare le più piccole.