Ha esordito con una battuta il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani nell’incontro con gli studenti degli istituti superiori a Com-Pa, il Salone Europeo della Comunicazione Pubblica dei Servizi al Cittadino e alle Imprese in corso a Bologna. L’iniziativa rientrava nel programma “Com-Pa e la Scuola”.


Bersani si è rivolto ai ragazzi parlando di passione politica: “La mia prima esperienza in questo ambito risale all’alluvione di Firenze del ’66, dove sperimentai i valori della solidarietà, della partecipazione, della suddivisione dei compiti, che poi ho provato a ricercare in tutti questi anni”. E’ fondamentale, secondo il ministro, passare da una logica dell’ “io” a una del “noi”, dove “noi” “non vuol dire la propria famiglia, i propri amici, la propria corporazione, ma significa tutti, anche chi la pensa diversamente, perché non può esserci politica se c’è odio”.

Il discorso di Bersani si è successivamente spostato su quale possa essere l’obiettivo ultimo che la politica deve porsi, se ambire quanto più possibile a un modello ideale di gestione o “accontentarsi” del miglior governo possibile: “Ciascuna delle due concezioni ha dei limiti: se vuoi un mondo ideale, devi stare attento a non esagerare, perché rischi poi di degenerare nel fanatismo. Se invece aspiri al miglior governo possibile, non devi scadere nel cinismo, nella logica qualunquista del ‘tanto sono tutti uguali'”. Un invito a prendere sul serio la politica dunque, che è “vero che non deve essere fatta da tecnocrati, ma non può prescindere da un’esperienza maturata nel tempo, nelle aministrazioni comunali, nelle organizzazioni sindacali, nelle associazioni: nelle occasioni cioè nelle quali la gente può sceglierti e valutarti”.

Il ministro non ha saltato il passaggio sulla necessità che la politica sappia essere quando occorre impopolare: “Se si vuole un domani più accogliente, bisogna scomodarsi un po’ adesso. Quando si governa è certamente legittimo puntare al consenso, ma è necessario ogni tanto saper mettere le dita negli occhi”.

“Voi – ha concluso Bersani – sarete tra qualche anno chiamati a misurarvi con ‘il governo democratico del mondo’ perché la Terra diventa sempre più piccola e le macroquestioni (il riscaldamento del clima, la proliferazione delle armi nucleari), che adesso sembrano sfuggire al controllo delle istituzioni esistenti, dovranno in qualche modo essere disciplinate a livello planetario”.