In occasione della ‘Giornata mondiale nella lotta all’AIDS’ la Scuola di Specializzazione in malattie infettive dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia organizza un seminario dal titolo
“Il rischio cardiovascolare nelle persone con infezione da HIV. Presentazione dei risultati dello studio ACTG A5152s”.


Domani, venerdì 1 dicembre alle ore 11.30 il prof. Robert L. Murphy della Northwestern University of Chicago, infettivologo fra i più importanti esperti mondiali sui temi dell’AIDS, affronterà uno degli aspetti che più caratterizza il decorso della malattia dei pazienti con AIDS: i problemi cardiovascolari.

Ospitato presso l’Aula P04 del Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia (via del Pozzo, 71) a Modena, il seminario affronterà le problematiche legate alla frequenza di infarto nei malati di AIDS. Gli attacchi cardiaci si configurano, infatti, come la seconda causa di morte nei malati di AIDS, immediatamente successiva alla cirrosi epatica.

In questo contesto si inserisce la Clinica Metabolica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, centro di tipo ambulatoriale che, primo in Italia, si occupa in modo multidisciplinare di lipodistrofia HIV correlata, un’indagine che identifica quell’insieme di alterazioni metaboliche, morfologiche ed endocrinologiche che colpiscono i pazienti con HIV e che, associate ad un’alterata distribuzione del tessuto adiposo, arrecano notevoli cambiamenti nell’immagine corporea delle persone malate.

Diversi specialisti, infettivologi, endocrinologi, esperti di metabolismo lipidico, diabetologi, cardiologi, chirurghi plastici, dietologi, terapisti della riabilitazione e psicologi, operano per far sì che i pazienti si riconoscano nella propria immagine corporea ed per educarli ad instaurare uno stile di vita che consenta loro di contrastare il rischio di malattie cardiovascolari. In modo particolare la Clinica Metabolica, in collaborazione con la Clinica di Cardiologia, diretta dalla prof.ssa Maria Grazia Modena, si prefigge di valutare il rischio cardiovascolare nelle persone con infezione da HIV.

“Oggi – dichiara il dott. Giovanni Guaraldi, ricercatore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – il soggetto sieropositivo che accede alla terapia antiretrovirale non muore per l’infezione da HIV, ma principalmente per infarto. La clinica collabora con i centri internazionali di ricerca più all’avanguardia offrendo valutazioni di alto livello tecnologico per la stima del rischio cardiovascolare quali la valutazione endoteliale e la determinazione del calcium score coronario”.

Robert L. Murphy insegna alla Northwestern University di Chicago dal 1978. Attualmente detiene la cattedra in Malattie Infettive. A fianco del suo ruolo di docente segue anche l’attività come medico presso la Clinica di Malattie Infettive della Feinberg School of Medicine- Northwestern University di Chicago di cui è attualmente direttore.
L’interesse scientifico di Robert L. Murphy si focalizza sull’infezione da HIV. Le sue ricerche comprendono lo studio di farmaci e lo sviluppo nel trattamento dei pazienti con antiretrovirali, nonché gli ambiti relativi a complicazioni connesse al trattamento terapeutico.
E’ principal investigator per il National Institutes for Allergy and Infectious Diseases nella sezione dell’Adult AIDS Clinical Trials Group (AACTG) alla Northwestern.
E’ membro di numerose società mediche e dei comitati di varie organizzazioni nonprofit. Robert Murphy conduce una intensa attività di conferenziere nel mondo e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui 1994 AIDS Physician of the Year – il titolo di Medico dell’Anno dal Chicago Magazine