Bologna e le città della provincia diventano città dei Presepi: in un territorio affascinante e mistico come quello bolognese si offre in questi giorni dell’anno del congresso Eucaristico Diocesano un percorso ideale nei luoghi storici più rilevant i- ha sottolineato Bruno Filetti Presidente di Ascom Bologna – dove arte e tradizione popolare combaciano per riportare al centro dell’attenzione il significato più vero del Natale: la venuta del Salvatore che dà luce ad ogni uomo.

Questo progetto valorizza senza alcun dubbio, e lo dimostra chiaramente l’elevato numero dei visitatori, quel patrimonio singolare di storia e di cultura che è il presepio bolognese. E non solo, poiché contribuisce a rinsaldare quel rapporto sinergico tra gli attori principali della vita cittadina per meglio esaltare le straordinarie risorse artistiche del nostro territorio.

“Nella contemplazione di Gesù Bambino- ha affermato il Cardinale di Bologna S.E. Carlo Caffarra- ogni uomo può rinnovare la consapevolezza di essere stato creato in un disegno di amore, in cui dolore e morte non hanno l’ultima parola: con Lui si illumina la notte dei cuori e si apre la visione di una beata speranza.
Costruire il presepio è offrire a se stessi e agli altri l’occasione di riflettere su questo mistero che inizia a capovolgere i criteri del mondo”.

Si può veramente parlare di una “Bologna città dei presepi”, per la grande quantità di rappresentazioni della Natività presenti in Diocesi.

Bologna è ricca delle opere di grandi artisti pittori e scultori quali Giovanni da Modena, Paolo Uccello, Alfonso Lombardi, Bartolomeo Cesi, cui fecero seguito i grandi plasticatori nei secoli Sei e Settecento (Giuseppe De Maria, Filippo Scandellari, Angelo Piò, eccetera) che si cimentarono con la produzione di figure presepiali. Non è da sottovalutare nella genesi di questo patrimonio l’importanza assunta da Bologna come tappa e meta dei pellegrini che percorrendo le vie d’Europa tra Santiago de Compostela e Roma si fermavano presso il Santo Sepolcro dell’Abbazia di Santo Stefano.
A ciò bisogna aggiungere una produzione seriale di grande qualità, nata nelle botteghe settecentesche, che trovò il suo sbocco commerciale nella famosa Fiera di Santa Lucia. Questa si tenne fino ai governi napoleonici davanti alla chiesa di Santa Lucia oggi Aula Magna dell’Università, e da allora sotto il portico della chiesa di Santa Maria dei Servi dove pure era vivo il culto della santa.
In questo contesto gli artisti e gli artigiani bolognesi hanno guardato al presepe con grande attenzione, e ad esso si sono dedicati con intelligenza e con una creatività che ha tenuto conto della lezione del passato.
Il presepio bolognese si distingue dagli altri per il rilievo dato alle figure, che non sono solo manichini vestiti, come quasi sempre accade sia per i presepi genovesi che per quelli napoletani, in cui solo volti e mani sono opere di scultura e plasticazione. In ciò si esaltano le qualità degli artisti e si onora la persona umana.

Si sono inoltre sviluppate figure caratteristiche, specchio dei tempi, quali la Meraviglia, che apre le braccia allo stupore, l’Adorazione, e anche il Dormiglione, che resta chiuso nel suo sonno, e la Curiosa, che occhieggia interessata ma non si avvicina.
L’antica arte bolognese ha avuto eredi notevoli e famosi: vivono oggi “figurinai” di classe, che ripropongono statuine realizzate con antichi stampi, e artisti che ripropongono presepi moderni, che interpretano il nostro tempo, oppure riproducono nella scena quasi teatrale del presepio grandi e famose opere pittoriche.
E tra i tipi di presepi, oltre a quelli contemplativi, concentrati sulla Natività, e a quelli partecipativi, di ampi paesaggi e ricchi di molte figure e mestieri antichi e moderni, in cui tutti si possono immedesimare, si va da noi affermando un altro tipo di rappresentazione: il “presepio nel presepio” in cui si rappresenta come questa tradizione, costituita da opere e gesti ricchi di significati, entri nella vita di ognuno, con una domanda seria sul destino.

In questo contesto in molti luoghi, e in particolare in quelli segnalati, si è sviluppato il gusto per rappresentazioni presepiali originali, ampie e accurate: una festa per gli occhi e l’occasione di un “pellegrinaggio presepiale”.