La Giunta provinciale ha dato questa mattina il proprio parere valutativo ai Piani strutturali comunali degli otto Comuni di pianura
dell’Associazione “Reno-Galliera” (Argelato, Bentivoglio, Castello d’Argile, Castel Maggiore, Galliera, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano,
San Pietro in Casale).

Sull’argomento, trasmettiamo l’intervento e le
considerazioni del vice presidente della Provincia di Bologna, con delega alla Pianificazione territoriale e ai trasporti, Giacomo Venturi.

“Il dibattito apparso in questi giorni sui quotidiani locali relativamente al dimensionamento dei nuovi strumenti urbanistici dei Comuni della pianura
bolognese, richiede alcune precisazioni poiché come Provincia, per il ruolo di programmazione, coordinamento e controllo sull’attuazione degli
indirizzi, siamo investiti direttamente dalla questione. Innanzitutto voglio sottolineare che il tema della sostenibilità territoriale ed
infrastrutturale delle previsioni urbanistiche, che abbiamo posto come base del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) da cui i Piani
strutturali dei Comuni (Psc) traggono elementi e ragioni, non è stato assente dal confronto istituzionale che si è sviluppato nella Conferenza di
pianificazione delle Associazioni dei Comuni della pianura, così come fu in occasione della Conferenza di pianificazione del Comune di Bologna. Sia le proposte di questi Comuni, sia quella già presentata dal Comune di
Bologna, propongono un assetto pianificatorio di sostanziale coerenza con i contenuti strategici del Piano territoriale di coordinamento provinciale.
Mentre per Bologna l’assetto urbanistico si confronta prevalentemente con il tema della riqualificazione urbana, per i Comuni della pianura si pone il problema di individuare nuove potenzialità insediative in centri adeguatamente dotati di servizi e con stazioni o fermate del Servizio ferroviario metropolitano. Questo anche per rispondere alla domanda di casa espressa soprattutto da nuovi ceti intermedi, a cui Bologna da sola non può rispondere, e di edilizia sociale non convenzionale.
Lo stato di criticità della rete infrastrutturale del nostro territorio è evidente, ma il tema è come affrontiamo e governiamo questa situazione. La
discussione sulla quantità e localizzazione delle previsioni di sviluppo insediativo è sicuramente aspetto determinante del contributo provinciale
alla Conferenza di pianificazione, ma non può essere l’unico. La nostra valutazione va inquadrata nel progetto di riorganizzazione e sviluppo del sistema integrato della mobilità che abbiamo messo in campo, in un’ottica
di governo metropolitano dei processi. La Conferenza di pianificazione del Pmp (Piano della mobilità provinciale) si avvia alla conclusione e
fornirà, a questo proposito, un quadro di previsione certo e condiviso. I timori espressi dal Comune di Bologna per le possibili ricadute dello
sviluppo dei Comuni della Pianura sulla funzionalità della Tangenziale, del resto, trovano risposta in uno degli interventi prioritari del nostro Piano
della mobilità: l’Intermedia di Pianura che, congiuntamente al potenziamento della Trasversale di pianura potrà costituire una parziale
alternativa alla Tangenziale. Allo stesso modo il completamento del Sfm permetterà – se sapientemente unito a politiche di limitazione del traffico privato e incentivazione del trasporto pubblico – di scongiurare queste criticità e di rendere più sostenibili le previsioni di sviluppo. La stesso concetto vale per il Passante Nord, per Civis e la Metrotranvia che possono integrare le potenzialità del Sfm offrendo nuove opportunità di spostamento. La vera sfida, dunque è la realizzazione delle grandi
infrastrutture della mobilità nel nostro territorio. E la Provincia, com’è noto, sta facendo pienamenmte la propria parte per sostenere e vincere questa sfida.
Voglio infine sottolineare la necessità di assumere sempre più il concetto della perequazione urbanistica e territoriale all’interno dei Psc comunali
e degli Accordi sovracomunali, al fine di convogliare le risorse su obiettivi comuni e strategici di potenziamento della “città pubblica” e di governo unitario del territorio metropolitano. Ciò consentirà, a giudizio della Provincia, di poter positivamente coniugare il tema dello sviluppo con azioni concrete di sostenibilità territoriale, applicando concretamente
e coerentemente i principi di sussidiarietà territoriale e di unitarietà della visione dello sviluppo. In una situazione di ridotte risorse
finanziarie pubbliche, infatti, l’equilibrio tra sviluppo e sostenibilità deve essere perseguito con politiche di controllo e concertazione delle
cosiddette “plusvalenze” determinate dalla diversa configurazione urbanistica del territorio. Una pratica virtuosamente utilizzata in passato
per accrescere la rete dei servizi pubblici e del patrimonio collettivo, che oggi deve farsi carico di nuovi obiettivi e di una dimensione
territoriale che travalica i confini comunali. L’approfondimento e la condivisione di tali aspetti permetterà di misurare le azioni di tutti gli
Enti territoriali sul più concreto terreno della concertazione e condivisione degli interventi prioritari e della ricerca delle risorse finanziarie necessarie alla loro attuazione”.