‘Assemblea legislativa ha approvato,con il voto unanime dei presenti, un progetto di legge, inizialmente proposto dal consigliere Andrea Leoni (FI), che modifica l’indennità di carica del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, organismo normato dalla legge regionale 9/2005, in cui si prevedeva una indennità di entità pari a quella dei Consiglieri regionali.


Gianni Varani (FI), relatore del progetto, ha spiegato che il testo licenziato dalla Commissione referente ha accolto un “particolare limitato” della proposta Leoni, appunto la riduzione dell’indennità, che il proponente chiedeva nella misura del 50% di quanto previsto dalla legge 9/2005, ma che, in sede di esame, ci si è accordati di attestare al 75%.

“L’intento originale del proponente – ha detto Varani – aveva una duplice finalità”, da un lato, quella di togliere alcune incompatibilità che consentissero di allargare la base professionale da interpellare per trovare la persona più adatta a questo incarico, dall’altro lato, quello già citato di “riallineare l’indennità alle altre previste dal nostro ordinamento”.

“Non solo l’ultima legge Finanziaria, che taglia trasferimenti alla Regione determinando un aggravio della tassazione locale, ma anche un doveroso impegno ad impiegare responsabilmente le risorse pubbliche – ha dichiarato Leoni – ci obbligano a rivedere i meccanismi della spesa regionale. Dato quindi che non si è ancora provveduto a nominare il Garante per l’infanzia, ho ritenuto opportuno rivisitare la normativa, sia dal punto di vista delle troppe incompatibilità che impediscono a figure autorevoli di assumere questi incarichi perché sarebbero obbligate a lasciare il proprio lavoro, sia da quello dell’entità degli emolumenti che ritengo sproporzionati rispetto ad altri. In Commissione sono emersi pareri opposti che hanno determinato un intervento più limitato. Penso tuttavia che si sarebbe potuto fare un passo in più”.

Tiziano Tagliani (Margherita), presidente della Commissione politiche sociali, ha ribadito che, in sede di esame, si è registrata una convergenza sulla riduzione dell’emolumento, anche se non nella misura richiesta, ma non altrettanto sulle incompatibilità. Questo in una logica di coerenza con la normativa in materia, ed in particolare con quella relativa al Difensore civico, che deve garantire ruoli svincolati da ogni conflitto di interesse e che quindi obbliga a mantenere un largo ventaglio di incompatibilità.