Il lavoro propostoci, pregevole, è senz’altro una utile base di confronto e spero che si possa pervenire a sintesi da consegnare alla politica per gli atti conseguenti. Ho usato il termine “politica”per invitare le forze imprenditoriali a confrontarsi con la politica, affinché, con pari dignità, mettendo da parte atteggiamenti di sufficienza si vada al confronto. Il ruolo,della politica, a mio avviso, è fondamentale per orientare la qualità dello sviluppo.


In sede di adozione del PSC da parte del Consiglio Comunale di Sassuolo, lamentai una carenza o quanto meno riferimenti all’area economica coincidente con il distretto industriale della ceramica che va da Castelvetro a Scandiano, quindi a cavallo di due Province.
Guarda caso,proprio l’altro giorno leggevo una riflessione dell’Assessore Gilli, a proposito della istituzione delle città metropolitane che affrontava proprio l’adottando PSC di Bologna “ costruito in regola con la normativa e quindi nell’ambito dei confini comunali,sarà utile metterlo in relazione con i territori contermini in modo tale da dare corpo alla città metropolitana”.



Al riguardo avevo chiesto, quanto meno ,una iniziativa interprovinciale per affrontare,ad esempio la questione della logistica.

Nulla di fatto, anzi quella sera si sprecarono i sorrisini di compatimento.Presidente Giovanelli va bene discutere delle 250 osservazioni pervenute,ma la pregherei di tenere conto di quanto detto dall’Assessore Gilli e del lavoro fatto dal suo partito.



L’analisi fatta dagli estensori affronta alcune questioni che il programmatore deve tenere conto .
Ad esempio cosa vogliamo fare per alzare il tasso di scolarità nel comprensorio che è il più basso della provincia.

Il comprensorio produce quantitativamente meno ma ha mantenuto i ricavi e gli utili.
Il comprensorio ha diminuito sensibilmente gli investimenti in impianti fissi ed in immobilizzazioni immateriali,ma si sta dedicando ad investimenti di natura finanziaria.
Il nostro paese fin dal 1991 si è posto il problema dei distretti industriali, quindi ha cercato di disciplinare gli stessi,fino alla legge finanziaria 2006 che qualifica il distretto industriale quale “libera aggregazione di imprese” e con una serie di facoltà compreso il consolidamento fiscale. Il distretto ceramico è stato inserito con D.M nella sperimentazione ed è nel comitato esecutivo rappresentato dal Dott.Panzani,ma a quanto a me noto c’è stallo.
La Regione Emilia Romagna ha affrontato la questione, con una rsiposta originale, positivamente “anomalo” nella definizione dei confini distrettuali, concedendo al locale la organizzazione “spontanea” e la elaborazione di progetti di sviluppo.


Da qui i piani di sviluppo triennale:
– progetti di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo -costituzione e sviluppo di centri per l’innovazione -sviluppo di una rete regionale di ricerca Non credo che il nostro distretto abbia prodotto progetti importanti.

Bisogna cambiare strategia quindi l’idea di incentivare i contratti di collaborazione con università ed enti di ricerca nonché contratti di collaborazione con laboratori accreditati dal MIUR.
La ceramica non un materiale solo per i “cessi” e quindi credo che vi siano tutte le condizioni per agganciarsi al piano nazionale di ricerca nel quadro coordinato tra MIUR e Regioni per il transito verso il distretto tecnologico.


Si parla del sostegno alla competitività, innovazione in sinergia con il mondo della ricerca.
Leggevo alcuni dati ripresi dall’edizione 2006 del rapporto “innovazione di sistema” elaborato dalla Fondazione Rosselli. A parte il fatto che l’italia è il paese con un tasso di innovazione appena superiore a Portogallo, Grecia e Russia, motivo di riflessione è il capitale umano che manca, pochi ricercatori, bassa percentuale di laureati.

La Regione ha in essere un accordo per il distretto tecnologico HI-MECH quale polo scientifico e di innovazione di eccellenza internazionale specializzata nella meccanica avanzata e quindi nei suoi vari “cluster” ci potrebbe essere posto per la ceramica.



Un dato che la dice lunga sui progetti presentati da aziende del nostro territorio (Maranello-Fiorano-Sassuolo) e quindi nutro dubbi sulla volontà di tendere alla ricerca per la innovazione.



– anno 2004 ammessi al cofinanziamento regionale 6 aziende del distretto per un contributo di € 829.615 su un totale di 182 progetti ed un contributo erogato di € 30.316.413.
A titolo informativo sono stati presentati 365 progetti per un costo di € 68.061.161,ammessi 182 tutti finanziati.



– anno 2005 ammessi al cofinanziamento regionale 13 aziende del distretto per un contributo di € 2.401.779 su un totale di 188 progetti ed un contributo erogato di € 35.000.000. Sono stati presentati
871 progetti per un costo di € 141.798.881, ammessi 347 ma finanziati 188 per carenza di fondi.



Nel 2005 hanno presentato progetti anche industrie che stanno licenziando o licenziato operai, mentre dalla disamina delle industrie con contributi erogati risultano multinazionali in odore di trasferimento di reddito prodotto in Italia in paesi a fiscalità privilegiata,nel bando sarebbe opportuno tenerne conto.


Mario Cardone – Commissione Sviluppo federazione SDI-Rosa nel Pugno