Secondo la Cisl Scuola di Modena sono una trentina i precari modenesi di lunga durata con storie simili a quella della prof.ssa Pacchioni. Docenti, cioè, ultra 50enni in graduatoria permanente nella scuola secondaria di secondo grado quando – a settembre 2006 – sono stati assegnati gli incarichi annuali.

Precari che hanno superato la cinquantina si trovano anche nelle graduatorie per la scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Tuttavia la maggior parte di essi è compresa nella fascia di età 40-50 anni, mentre sono pochissimi quelli che hanno meno di 30 anni.
In totale sono oltre 4.500 gli iscritti alle graduatorie permanenti pubblicate sul sito dell’Ufficio scolastico provinciale; molti di loro sono presenti in varie graduatorie.

“I docenti precari garantiscono l’apertura e la continuità della scuola pubblica allo stesso modo del personale docente a tempo indeterminato, ma non godono degli stessi diritti – afferma il segretario provinciale della Cisl Scuola Luigi Belluzzi – L’esempio più eclatante riguarda il diritto all’astensione dal lavoro per malattia. Il precario incaricato annuale fino al 30 giugno/31 agosto ha diritto ad ammalarsi solamente per un mese mantenendo il 100 per cento di stipendio; nel secondo e terzo mese lo stipendio si riduce al 50 per cento; chi ha incarico fino al 30 giugno non matura il diritto allo stipendio estivo pur avendo svolta l’attività per l’intero anno scolastico.
Al docente precario viene riconosciuto lo stipendio iniziale (circa 1.200 euro al mese) per tutta la durata della sua vita lavorativa “precaria”, ovvero fino all’assunzione a tempo indeterminato.
Dopo il superamento dell’anno di prova potrà chiedere la ricostruzione di carriera, che però non contempla il pieno riconoscimento degli anni preruolo”.

La Cisl Scuola ricorda che il sistema delle graduatorie permanenti per l’arruolamento del personale docente (sia per il tempo indeterminato che determinato) è stato istituito con la legge 143/99 e avrebbe dovuto costituire un sistema garante di equità e obiettiva valutazione dei requisiti per il personale, prendendo in considerazione titoli di servizio e culturali, con aggiornamenti annuali fino al 2004/2005, successivamente biennali. Nelle graduatorie permanenti si entra con abilitazione conseguita attraverso corsi abilitanti riservati, laurea in Scienze della formazione primaria, corsi Siss, superamento di concorsi ordinari. Dalle graduatorie permanenti si può essere immessi in ruolo sul 50 per cento dei posti disponibili.

“Purtroppo il sistema si è dimostrato poco garante dell’equità, avendo subito nel periodo morattiano interventi sulle tabelle di valutazione titoli che – continua Belluzzi – hanno teso a privilegiare situazioni particolari, mettendo i docenti gli uni contro gli altri e favorendo l’avvio di contenziosi. L’ultimo in ordine di tempo è stata la legge 143 del 2004 sul doppio punteggio di montagna per il servizio prestato nei plessi a 600 metri di altitudine. Una recente sentenza della Corte Costituzionale l’ha dichiarata incostituzionale, per cui dovranno essere corrette le posizioni in graduatoria di coloro che hanno goduto del doppio punteggio nell’aggiornamento 2003/04 e 2004/05”.

Secondo il segretario della Cisl Scuola il ministro Fioroni ha avuto in eredità da Letizia Moratti una scuola pubblica che ha mantenuto caratteristiche di qualità solamente grazie all’impegno quotidiano del personale docente in generale e per il senso professionale dei precari, nonostante i “maltrattamenti” che subiscono. Lo stesso ministro nella sua relazione alla commissione Cultura della Camera nel giugno 2006 ne riconosce il merito, considerando che i docenti hanno bisogno di “sentirsi bene“ a scuola, di provare “benessere“ professionale per poter esprimere al meglio la loro professionalità. In quella occasione Fioroni faceva notare anche come la continuità degli insegnanti sulle classi sia un elemento importantissimo per la qualità dell’insegnamento.

“Purtroppo i precari non possono sempre offrire questa garanzia ai loro studenti, ma non per colpa loro – osserva Belluzzi – Fioroni può risolvere la questione con immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti. È questo il punto da cui ripartire se si vuole – conclude il segretario provinciale della Cisl Scuola – restituire serenità e benessere ai lavoratori docenti precari”.