La Giunta regionale, nell’ultima seduta, ha approvato un organico progetto che propone una strategia globale di contrasto del tabagismo che
integra la legislazione nazionale limitata a regolamentare il divieto di fumo.


Il progetto di legge regionale prevede infatti azioni e strumenti per prevenire l’abitudine al fumo con azioni di sensibilizzazione su stili di vita rispettosi della salute e sullo sviluppo della cultura del non-fumo in particolare tra i giovani e i lavoratori, per assicurare la cura della dipendenza da fumo garantendo accesso gratuito ai servizi del Servizio
sanitario regionale (come già avviene per l’alcol e per altre dipendenze), per rendere pienamente efficace il divieto di fumare negli esercizi
pubblici, nei luoghi di lavoro pubblici e privati, nelle scuole e nelle strutture sanitarie (per queste ultime il divieto viene esteso alle aree aperte di accesso, limitrofe e di pertinenza, appositamente individuate e segnalate).

Lo strumento applicativo della legge sarà un piano regionale triennale, da predisporre entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge sul Bollettino
Ufficiale della Regione, che fornirà alle Aziende sanitarie le linee di indirizzo per progetti locali che sviluppino contestualmente azioni orientate alla prevenzione dell’abitudine al fumo, all’offerta di servizi per la cura del tabagismo, al rispetto dei divieti. I progetti locali saranno promossi dalle Conferenze territoriali sociali e sanitarie e realizzati con la collaborazione dei Comuni, del mondo della scuola, del lavoro, delle associazioni di volontariato, del terzo settore.
In particolare, per la promozione della cultura del non-fumo e per la prevenzione del tabagismo, la legge prevede la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e di educazione alla salute, coordinate dalle Aziende sanitarie, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione giovanile e nei luoghi di lavoro.
Per la cura del tabagismo, la legge regionale prevede che i servizi offerti dai Centri antifumo, già presenti in tutte le Aziende sanitarie,
diventino gratuiti, cioè a totale carico del Servizio sanitario regionale, e che i percorsi di cura vedano la collaborazione dei medici di famiglia, in particolare per interventi di sostegno e di supporto alla disassuefazione.

Sul fronte dei divieti e delle sanzioni, la legge regionale ribadisce quanto stabilito dalla normativa nazionale: ai datori di lavoro pubblici (Regione, Enti locali, Scuola, Aziende sanitarie, Uffici della Pubblica amministrazione) spettano la vigilanza, il controllo e le sanzioni; ai datori di lavoro privati spetta la cura dell’osservanza del divieto di
fumare mentre le sanzioni sono in capo alle Aziende Usl, ai Comuni, e in generale ai pubblici ufficiali.

Il progetto di legge, che sarà ora all’attenzione della Commissione consiliare “politiche per la salute e politiche sociali” per approdare poi
in Assemblea legislativa, porta a sintesi l’impegno che la Regione ha in atto per la lotta al fumo fin dal 1999, ben prima della legge nazionale
voluta dall’allora ministro Sirchia (legge 3/2003). I
risultati ottenuti, a tutto il 2006, sono di rilievo: incrementi dei servizi per la cura (da 3 Centri antifumo nel 1999 a 33 nel 2006), coinvolgimento di 30mila tra studenti e docenti nei programmi di
educazione alla salute nelle scuole nell’anno scolastico 2004/5, formazione dei medici di famiglia e delle ostetriche dei Consultori e
Spazi giovani, interventi in luoghi di lavoro privati con accordi tra imprenditori e associazioni dei lavoratori, inserimento del problema fumo
nei Piani per la salute e nei Piani sociali di zona.

Dati tabagismo
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il fumo di tabacco è la prima causa evitabile di malattia e morte. Il fumo è responsabile,
secondo l’OMS, del 90% dei tumori polmonari, del 74% dei casi di bronchite cronica ed enfisema, del 25% di malattia coronarica. In Italia, ogni anno, sono più di 84mila le vittime del tabagismo.
In Emilia-Romagna, secondo lo studio Passi del 2005, che prende in esame un campione di popolazione compreso tra i 18 e i 69 anni, la percentuale di fumatori stimata è del 28% (media nazionale studio Passi 26%), quelladei non fumatori è del 50% (media nazionale Passi 54%), e quella degli ex fumatori è del 22% (media nazionale 20%). Secondo lo stesso studio,
l’abitudine al fumo è più alta tra gli uomini che tra le donne (31% contro il 25%).