La questione degli organici della scuola in Emilia Romagna, come abbiamo gia sottolineato più volte, si presenta come drammatica. Non si tratta solo di difendere gli interessi dei lavoratori della scuola, per garantire loro condizioni di lavoro adeguate alla responsabilità di insegnare nel XXI secolo.
In realtà viene messa in discussione la qualità della scuola pubblica e della sua offerta formativa, in questa regione.


In questa regione da anni si assiste ad una crescita della popolazione scolastica: solo nel prossimo anno scolastico è previsto un aumento di più di 13.000 studenti (almeno 4000 per la scuola primaria, più di 8.000 per la scuola secondaria). Un analogo incremento si era verificato per l’anno scolastico 2006/07, confermando un andamento di crescita in regione, presente da almeno 7 anni. Si registra inoltre, un forte aumento delle richieste di tempo pieno per la scuola primaria.

E questo riguarda la qualità dell’offerta formativa, ma anche la qualità della vita e delle relazioni sociali, nella nostra regione. Quella offerta formativa che ha permesso che la piena occupazione coinvolgesse entrambi i sessi, e fosse uno strumento importante per la crescita economica e sociale del nostro territorio.

Di fronte a questa situazione si sarebbe reso necessario un aumento consistente della dotazione organica per il prossimo anno scolastico. La stima realistica che i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil fanno è di poco più di 500 nuovi posti in organico per la scuola primaria e di almeno altrettanti per la scuola secondaria.

La risposta del governo, con la scelta dell’aumento dello 0,4 degli alunni per classe fissato in finanziaria, con l’intento di arrivare al risultato, che viene considerato ottimale, di 21 alunni per classe, ha proposto un taglio netto di organico di più di 7000 posti su tutto il territorio nazionale, stabilendo, in un primo momento, che per la nostra regione questo si sarebbe tradotto in 60 posti in meno rispetto all’organico di diritto dello scorso anno scolastico. Ed altri tagli sono prospettati per l’organico di fatto.

La cosa è tanto più incomprensibile ed insostenibile, se teniamo conto dell’aumento della popolazione studentesca prima ricordato, e del fatto che da anni, nella nostra regione, l’obiettivo dei 21 alunni per classe è stato raggiunto e superato.

Alle nostre proteste, a quelle dei genitori, e dei rappresentanti degli Enti locali si è risposto nei giorni scorsi con 83 nuovi posti solo per la scuola primaria, distribuiti per altro, secondo criteri ignoti e senza nemmeno informare i sindacati di categoria. Una goccia in una situazione che avrebbe ed ha bisogno di ben altro. E siamo ancora in attesa dello “sbandierato” tavolo tecnico, promesso a breve nella riunione del 9 marzo, del quale non sappiamo ancora nulla!

Quello che si prospetta, se non si modificano le cose, sono le cose seguenti:
• taglio del tempo scuola e del tempo pieno;
• eliminazione della compresenza nel tempo pieno;
• aumento degli alunni per classe;
• superamento dei parametri di legge per la composizione delle classi;
• rischi alla sicurezza legati alla dimensione troppo grandi delle classi.
Sono questioni troppo importanti per poter lasciar correre. E a tutto questo si aggiungono i tagli previsti, ma non ancora resi noti, per il personale ATA e la situazione intollerabile della carenza di finanziamento alle scuole, che le porta a non pagare i supplenti, oppure a non chiamarli! Ed i fondi appena arrivati garantiscono il funzionamento della scuola per non più di sei mesi!

Per questo noi promuoviamo una mobilitazione nella nostra regione, fino ad arrivare allo sciopero regionale se non muteranno le scelte della direzione scolastica e del ministero per quanto riguarda organici e finanziamento alle scuole.
Sarebbe tempo che la scuola ed in generale la conoscenza e la cultura fossero riconosciute dal governo, non come fonte di inutili spese, e dunque da tagliare, ma come investimenti determinanti per il futuro economico, sociale e democratico del paese. Correggendo le scelte sbagliate della legge finanziaria 2007, cosa possibile tenendo conto delle nuove entrate fiscali, certificate dalla trimestrale di cassa, che offrono nuove possibilità alla manovra economica del governo.
Chiediamo a Regione, Enti locali, parlamentari, genitori e studenti di sostenere questa iniziativa che riguarda la qualità della scuola nella nostra regione e dunque l’interesse di tutti i cittadini.

(Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Emilia Romagna)