Rispetto alla situazione dell’Atcm due sono i quesiti che pone Fita, l’associazione dei trasportatori di persone e cose di Cna. Innanzitutto a che serve il progetto di fusione tra le aziende di trasporto pubblico della regione, un’eventualità che non farebbe altro che mettere a sistema una serie di debolezze comuni. Ma l’Associazione si chiede anche quali siano le reali opportunità di individuare un partner industriale, per di più estero, come si legge sulle cronache.

Meglio sarebbe, invece, superare quelle sovrapposizioni di ruolo che attualmente coinvolgono l’Agenzia per la Mobilità e l’Atcm e che non contribuiscono certo all’efficienza e all’economicità del sistema di trasporto pubblico. In questo senso Fita Cna avanza anche qualche proposta concreta. Come quella di lasciare ad Atcm la gestione del trasporto pubblico urbano lasciando all’Agenzia il compito di governare le scelte di mobilità in termini di trasporto extraurbano.
In che modo? Ad esempio affidando il trasporto extraurbano, mediante gara, alle Pmi, meglio se del nostro territorio. Imprese professionalmente preparate, flessibili, efficienti ed economiche. Del resto già in passato Atcm, rivolgendosi a fornitori locali, ha ottenuto congrui risparmi senza intaccare l’efficienza del servizio.


Fita Cna ritiene, e i fatti lo testimoniano, che le piccole imprese, se adeguatamente coinvolte, siano in grado di offrire un servizio migliore a costi contenuti. Ma c’è di più. Il coinvolgimento delle imprese locali di trasporto potrebbe sfociare nella costituzione di una società di scopo, anche consortile, con la partecipazione di Atcm, che abbia come mission il trasporto scolastico, il controllo della sosta, le affissioni ed alcuni servizi già assegnati come, ad esempio, il servizio taxi-Atcm.

Sarebbe opportuno capire perché chi attualmente ha il governo del trasporto pubblico non abbia pensato a queste soluzioni – già presentate ad Atcm ma senza alcun esito – magari meno altisonanti ma che potrebbero rappresentare una risposta concreta a quella volontà di “fare sistema” che troppo spesso rimane un intenzione e nulla più.