Dover usufruire del servizio ospedaliero di Sassuolo è un’impresa che presenta molteplici insidie e pericoli. Le insidie stanno nel fatto che ci troviamo di fronte ad una struttura che, a detta di molti, è male organizzata/gestita.

I pericoli si nascondono dietro al personale forse non all’altezza della situazione sia come professionalità che come numero di organico. Un Dirigente che si rispetti di un’azienda sia pubblica che privata, dovrebbe sempre avere il controllo della situazione. Al Direttore del nuovo ospedale di Sassuolo sembra essergli sfuggita da un bel po’. Con un compenso senz’altro faraonico quale forse sarà il suo, dovrebbe essere maggiormente spronato ad intraprendere una gestione più razionale ed efficiente del complesso che, secondo le voci che circolano e i diversi casi di inefficienza e forse mala sanità pubblicati ultimamente sui quotidiani locali, sembra non esserci. Dalla data di apertura del complesso a questa parte, non sembra che la tanto decantata nuova struttura sia all’altezza della situazione in fatto di funzionalità. Sono numerosissime e all’ordine del giorno le lamentele che convergono in questo senso e delle quali si conoscono solo i casi più eclatanti. Ci vogliono ore di attesa per venire visitati dallo scarso personale specializzato e medico a disposizione.

Mi riferisco al pronto soccorso che è forse la pecora nera della struttura. Si è ricevuti da un’infermiera spesso di nazionalità straniera con la quale spesso è difficile comunicare verbalmente e con una professionalità che forse è una dote sconosciuta. Dalla feritoia situata sulla parte inferiore del vetro di protezione, viene allungata una specie di pinza collegata con un filo che “azzanna”il dito indice e la cui funzione è di difficile interpretazione. Forse un misuratore di pressione o di frequenza cardiaca? Dopodichè arriva il provino per misurare la temperatura corporea prelevato da un barattolo che sembra un portamatite. Sara sterilizzato? Ci sono forti dubbi, forse sì, forse… chissà. Il tutto avviene rigorosamente in piedi! Da qui inizia l’odissea. Un codice di priorità colorato viene attribuito a ciascun potenziale paziente non si sa in base a quali parametri e soprattutto da una persona che non è un medico. L’attesa si fa spesso lunga e snervante. Ore e ore seduti, quando va bene in una saletta sempre gremita. C’è chi si lamenta dal male e chi impreca contro tutti e tutto. C’è chi pensa di avere precedenza rispetto agli altri e cerca di farsi un varco per raggiungere gli agognati ambulatori dove il medico di turno visita i pazienti. Pochi riescono nell’intento, solo i più tenaci insistono un po’ per poi rassegnarsi e associarsi all’infinita attesa della massa che spesso è di sei, otto, dieci ore. Sembra una barzelletta oppure la trama di un film tragicomico; purtroppo è la triste realtà di una struttura ce non funziona al meglio. La colpa forse non è di chi vi lavora, ma forse di chi dirige. Il motto dovrebbe essere uno solo: mandiamo a casa gli incapaci che forse occupano un poltrona garantita da qualche politico influente e potente e inseriamo dirigenti capaci di assolvere ad un così delicato compito. I cittadini che pagano hanno diritto ad un servizio che soddisfi le loro legittime richieste.



Francesco Menani capogruppo consigliare Lega Nord Padania Sassuolo