Torna ad aumentare nel 2006 il valore della produzione agricola dell’Emilia-Romagna, che dopo due annate negative sale del 2,6%, superando i 3.550 milioni di euro e cresce del 9,4% anche l’export dell’agroalimentare che
raggiunge i 3.464 milioni di euro.


E’ quanto emerge dal quattordicesimo Rapporto sul “Sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna”, promosso da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna e presentato oggi a Bologna.

Il Rapporto è realizzato dall’Istituto di economia agro-alimentare dell’Università Cattolica di Piacenza e dall’Osservatorio agro-industriale della Regione.

Un dato che ha pesato sull’annata agricola 2006 è stato quello meteorologico: nel settore vegetale la scarsità di precipitazioni ha infatti condizionato le quantità di alcune produzioni, quali pomodoro da industria (-8,4%), mele (-5,7%), nettarine (-3,5%), ciliegie (-7,5%), ma anche frumento tenero (-8,8%) e granoturco (-6,3%). La buona dinamica dei prezzi ha tuttavia in parte compensato queste difficoltà. Così ad esempio per il comparto dei
cereali, che nel suo complesso ha messo a segno una crescita della del 15%, e per quello frutticolo con un +19%.
Le difficoltà maggiori, -61,2% di si sono verificate ovviamente per la barbabietola da zucchero, che ha scontato gli effetti della riforma del settore decisa dall’Unione europea.

Il 2006 è stato un anno positivo anche per il settore zootecnico, che ha complessivamente tenuto (+1% il valore prodotto), con risultati migliori per le carni bovine che, con una produzione
lorda vendibile in crescita del 9,5%, sembrano aver
definitivamente superato la crisi degli anni passati (ancora nel 2005 le quantità prodotte avevano subito un calo del 5,2%).
Nel comparto lattiero-caseario va infine segnalata l’inizio di un’inversione di tendenza per quanto riguarda le quotazioni del Parmigiano-Reggiano, in diminuzione dal 2003; se infatti il prezzo medio del 2006 è risultato inferiore del 10% a quello del
2005, tuttavia negli ultimi tre mesi dell’anno si è assistito a un recupero. In particolare a dicembre 2006 le quotazioni apparivano superiori del 3,5% rispetto a quelle dell’aprile 2005.