Nonostante i 4 mesi di produzione stabile (+ 0,32%), giacenze in calo del 4,1%, crescita dei
consumi del 2,7% in un trimestre, i prezzi alla produzione del Parmigiano-Reggiano hanno subito una flessione del 6% nelle prime tre settimane di maggio rispetto al mese di aprile: da 7,43 euro, la
quotazione è scesa a 6,98 euro al chilo (nei primi mesi dell’anno era 7,66 euro/kg).


A fronte di questo andamento, il Consorzio di tutela
lancia un invito ai produttori: riflettere prima di cedere a questi prezzi “bugiardi, viziati da interpretazioni distorte di dati oggettivi che, al contrario, appaiono ben più rassicuranti”.

“Le quotazioni del formaggio del secondo lotto 2006 – spiega il presidente Giuseppe Alai – sono state definite e pubblicate dagli appositi organi attivi presso le Camere di commercio troppo in fretta e sulla base di una limitatissima quantità di prodotto. Di fatto le più recenti quotazioni riguardano la negoziazione, avvenuta nell’arco
di ben tre mesi, del solo 4% della produzione annua, ma senza questa fondamentale puntualizzazione è evidente che al mercato (produttori, stagionatori, distribuzione) si vanno ad offrire indicazioni distorte e non corrispondenti a un diverso equilibrio negoziale che fa capo ad elementi fondamentali quali sono, appunto, produzione, consumi e giacenze”. Alle commissioni attive presso le Camere di commercio, il presidente del Consorzio lancia dunque l’invito a
ponderare più attentamente i meccanismi di rilevazione dei prezzi settimanali, valutando meglio l’insieme dei fattori che li influenzano, così da evitare che si possano generare situazioni di
allarme ingiustificate che non giovano a nessuna delle parti in causa.

Altrettanto esplicito l’invito del Consorzio ai produttori:
”questi – dice Alai – sono prezzi ‘bugiardi’, e come tali vanno considerati, evitando che si generi una corsa alla vendita che finirebbe per penalizzare esclusivamente i produttori senza recare alcun vantaggio non solo a stagionatori e distribuzione, ma anche ai consumatori”.