Nella suggestiva atmosfera del parco dell’area museale di Ca’ la Ghironda a Ponte Ronca di Zola Predosa ieri sera, 21 giugno 2007, sono stati assegnati i premi “Bolognese d’Oro 2007” per lo spettacolo, lo sport, la cultura e l’economia.

La cerimonia si è svolta nel corso della quinta edizione del Gran Galà Confesercenti, l’appuntamento annuale riservato dall’associazione ai propri iscritti e al quale hanno partecipato più di 300 negozianti della città e della provincia.
Al cantante Cesare Cremonini è stato assegnato il premio “Bolognese d’Oro 2007” per lo spettacolo, al conduttore televisivo Patrizio Roversi quello per la cultura e il turismo, a Carlotta Giovannini, medaglia d’oro agli europei di ginnastica artistica del 29 aprile scorso, quello per lo sport e a Gino Cocchi, amministratore delegato della Carpigiani, per l’economia.


I premi sono stati consegnati da Luigi Litardi, direttore generale della Camera di commercio di Bologna, da Macciantelli, sindaco di San Lazzaro di Savena, da Stefano Bollettinari, segretario regionale di Confesercenti e consigliere di amministrazione di Apt Emilia Romagna, e da Pamela Meier, assessore provinciale alle Attività produttive. Era presente anche Sergio Palmieri, presidente del Quartiere Borgo del Comune di Bologna.


“Questo premio è una cosa bellissima — ha affermato Patrizio Roversi — e mi ero portato una specie di giacca, anche se non tanto bella, ma mi avete chiamato senza preavviso. Vabbè, dopo la metto per una foto. Io sto nel centro storico di Bologna e, tra i tanti motivi, ci sto perché ho il rapporto diretto, personale e psicologico, con il negoziante sotto casa, con l’edicolante e gli altri commercianti dove vado a fare la spesa. Sono i miei rapporti sociali. Il presidente Ferrari diceva che i negozi illuminano. Sì, è vero. Illuminano di giorno, illuminano la sera, illuminano un rapporto umano che è fondamentale. Quando posso vado a fare la spesa e ci metto una mattina. Difatti, non è che puoi andare dal macellaio, chiedergli una fettina di carne e poi salutarlo. No, lui vuole capire perché ti serve, per chi e per come. E lui mi sgrida e io … È un rapporto umano, filosofico, gastronomico, tecnico che rende viva una città e la caratterizza. Per me andare in Piazzola, a riprendere un rapporto con tanti amici è stato una cosa davvero molto piacevole”.



“Oggi ero a Milano — ha rivelato Gino Cocchi — ma non ho voluto mancare a questo appuntamento. Il premio che mi è stato consegnato io lo immagino rivolto alla Carpigiani. Un’azienda che è un onore e un vanto per il nostro territorio e per la città di Bologna. Ha fatto cose importanti nel passato e il nostro impegno è di cercare di fare bene ancora nel futuro. La Carpigiani ha molti clienti nel mondo e quando vengono a Bologna si trovano in una città ospitale e un grazie di sicuro va alla Confesercenti e ai suoi associati per la capacità con cui cercano di accogliere bene chi viene da tanto lontano”.



“Dieci anni fa — ha commentato Cesare Cremonini — ero uno scolaretto e, accingendomi a fare gli esami di maturità, sognavo di poter fare un giorno il cantante. In questi anni, non mi era mai successo una cosa così speciale come ricevere un premio a Bologna. La nostra è una città che regala a fatica la gioia della consacrazione al mondo dello spettacolo. Quindi, credo che questo premio per me valga davvero tanto. Bologna non è una città facilissima che, sebbene contenga tantissimi artisti, è una città di grandi culture e questo per me è un premio davvero speciale. Per tutti questi motivi vivo e vivrò per sempre a Bologna”.



“Questo è un periodo non molto sereno per la nostra categoria — ha affermato Sergio Ferrari, presidente di Confesercenti Bologna — ma devo dire che tra tante notizie negative quella che ci consola di più è che dopo tantissimi anni c’è un’inversione di tendenza nei consumi e i piccoli negozi in termini percentuali hanno venduto qualcosa in più rispetto alla grande distribuzione. È il primo anno che succede ed è un segnale importante per chi, come noi ha insistito tanto sul fatto che la grande distribuzione avrebbe creato tanti problemi, ma che non avrebbe messo in croce il piccolo commercio. Questo è l’unico paese in Europa che ha ancora più di 700 mila negozi. Tanti rispetto agli altri paesi dell’Unione e frutto di una tradizione diversa e di un modo di rapportarsi con il cliente rispetto ai colleghi francesi o tedeschi. Un grande patrimonio culturale e non soltanto di servizio alla persona, che vogliamo mantenere e salvaguardare. E se si riesce a mantenere questa nostra città piena di vita, pur tra le tante difficoltà, in buona parte è dovuto alla presenza di tanti negozi e di tante attività turistiche e di servizio che fanno luce. Ossia: esattamente il contrario del buio, del pericolo e dell’insicurezza. Quindi, è un valore che va ben al di là del dato economico e ci consente di conservare un alto grado di civiltà. Crediamo che la nostra città, la nostra terra abbiano una caratteristica peculiare, quella di riuscire a fare sistema”.