Lei gli aveva raccontato di avere dei problemi economici e di essere in attesa di una casa del Comune. Lui, prendendo la palla al balzo, le fece credere che per realizzare desideri conosceva un rito Maya che consisteva nel ‘sacrificare’ una vergine. In questo caso proprio la figlia piccola della donna.

Nell’ottobre dell’anno scorso portò la ragazzina nella sua abitazione, cominciò a spogliarla, stroncò la sua resistenza con un violento calcio alla schiena e la violentò. Subito dopo l’accompagnò al centro commerciale e le acquistò un paio di scarpe da ginnastica che la stessa aveva chiesto come regalo per il compleanno.
La minacciò con la pistola che possedeva per lavoro e le impose di non dire nulla dell’accaduto.

La ragazzina però ha raccontato tutto, dapprima a una compagna di banco e poi alla famiglia. Subito la denuncia e l’arresto su ordinanza del Gip chiesta dalla pm.
Per quella vicenda l’uomo, originario di Taranto, oggi 40enne è comparso davanti al gup di Bologna, Milena Zavatti, che l’ha rinviato a giudizio accogliendo le richieste del pm Enrico Cieri.
Le porte del carcere con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e violenza privata si sono spalancarono alla fine dell’anno scorso. Poi l’uomo ottenne gli arresti domiciliari e ora era libero.