“Nel futuro di Hera, la Cisl è dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori”. Piero Ragazzini, segretario generale della Cisl emiliano-romagnola, interviene nel dibattito circa il futuro dell’impresa multi servizi Hera.


“Le scelte compiute dal patto in merito ad ulteriori aggregazioni tra la holding bolognese e altre imprese di servizi pubblici locali siano attente a chi lavora in Hera, allo sviluppo e alla valorizzazione delle molte professionalità interne. Ulteriori ampliamenti del perimetro di Hera –afferma il sindacalista- devono essere compiuti nella logica dell’ulteriore crescita del capitale umano ed intellettuale detenuto dall’azienda, che dev’essere al centro di ogni piano industriale futuro”.
Ragazzini sollecita che si compiano scelte secondo “la logica imprenditoriale di individuare le sinergie più utili ad una crescita coerente dell’azienda”. Rivolgendosi, “innanzitutto verso quei partner che garantiscano una superiore propensione all’integrazione per cultura organizzativa e modus operandi: sicuramente le ex municipalizzate del nord ovest (Enia e Iride)”.

Se la situazione attuale è nelle mani di altri, cioè del patto di sindacato che controlla Hera, per il futuro il responsabile regionale della Cisl auspica il prevalere di un’altra cultura della rappresentanza, attenta a far pesare il punto di vista del lavoro nel processo decisionale compiuto dalle aziende, a partire da quelle che sono responsabili di produrre servizi pubblici.
“La Cisl –avverte Ragazzini- riproporrà con forza e pervicacia il tema della partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla governance societaria della nuova azienda, qualunque scelta compia il patto”.
Hera, con i suoi 2,5 miliardi di ricavi e 3,5 miliardi di capitalizzazione è tra le realtà economiche di maggiore rilievo in Emilia Romagna. La scelta di dare vita ad una grande multi-utility, sin dal disegno originario intendeva definire le condizioni per affrontare con efficacia la liberalizzazione dei mercati di riferimento (energia, gas, acqua, igiene urbana), evitando di disperdere il patrimonio di civismo costituito dalle municipalizzate, che, storicamente, in regione hanno dimostrato di sapere fornire servizi pubblici essenziali in maniera efficace ed efficiente.
“La Cisl –ricorda il sindacalista- condivise e fu protagonista di questa scelta, promuovendo la messa in discussione dello status quo ante e contribuendo attivamente alla nascita di uno dei maggiori gruppi del settore in Italia. Tra le proposte avanzate dal nostro sindacato all’epoca della costituzione di Hera –continua Ragazzini- vi fu la promozione della democrazia economica, ovvero far contare i lavoratori e le lavoratrici dell’azienda nella governance societaria, cioè nelle scelte strategiche compiute dal management”.

La partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici in Hera “avrebbe dovuto sostanziarsi nella presenza attiva di loro rappresentanti nel consiglio di amministrazione della holding e nella partecipazione diretta e significativa nel capitale sociale, anche attraverso un’associazione di azionisti-dipendenti. Ciò non fu possibile anche per l’opposizione ideologica di una parte del sindacato. Questa miopia –accusa il leader cislino- ha condotto alla marginalizzazione della voce di chi lavora in Hera rispetto alle scelte che verranno compiute riguardo al suo futuro”.