‘Rocca di Pace’, il laboratorio permanente di ricerca e formazione per una cultura di pace del Monte Cimone, è stato insignito nei giorni scorsi del “Premio della Pace Giuseppe Dossetti 2007”.


Il riconoscimento era rivolto a cittadini ed associazioni della nostra regione che negli ultimi tre anni avessero compiuto “azioni di pace”, coerentemente con i principi affermati da Don Giuseppe Dossetti durante la sua vita, tra i quali un irriducibile antifascismo, l’affermazione di una democrazia reale, l’aspirazione universale alla pace e alla cooperazione fraterna fra individui e popoli e il rifiuto della guerra. Rocca di Pace, grazie al suo “laboratorio permanente di ricerca e formazione per una cultura di pace” ha ricevuto il premio per un valore di 5000 euro, consegnato nei giorni scorsi a Cavriago nelle mani del vice-Presidente di Rocca di Pace Fausto Gianelli.

Alla seconda edizione del premio, istituito dal Comune di Cavriago, dalla Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Fondazione Scuola di pace Monte Sole e organizzato in collaborazione con il Centro Studio e lavoro “La Cremeria” e la Banca popolare dell’Emilia Romagna, hanno partecipato quindici Associazioni della nostra regione.
Sono stati i numerosi incontri e i laboratori organizzati per approfondire le tematiche riguardanti la pace che sono valsi il premio a Rocca di Pace: dai seminari sul tema dei macroconflitti come “Guerre dimenticate, pace da costruire” alle attività interattive di laboratorio come “il lupo dentro di noi” per imparare a fare pace con sé stessi, accettando e accogliendo i propri lati oscuri.

Accanto a queste attività si sono susseguiti attività di musica, di manualità, di cinema, scultura, teatro, canzoni e danze, tra cui “le danze di pace”, uno strumento di conoscenza interculturale attraverso l’espressione corporea. Incontri di poesia, come “il gioco magico della poesia” hanno permesso di tentare un’esplorazione del cosmo dentro e fuori le persone, mentre quelli di disegno, tra cui “il colore che riempie”, hanno favorito un approccio psico-pittorico alla conoscenza di sé e alla pace interore. E ancora laboratori di fotografia, animazione, corsi di formazione e momenti interattivi: i più affollati, attuati in percorsi residenziali o presso le scuole sono stati ”ABC del conflitto”(per riconoscere e gestire i piccoli conflitti quotidiani) e “Mostrare la pace” (ideazione e creazione di cortometraggi a tema). Nelle valli dell’Appennino la pace è passata anche attraverso la sua antitesi: la guerra, andando alla scoperta dei luoghi che furono palcoscenico del secondo conflitto mondiale. Come l’escursione sulla Linea Gotica dei monti della Riva di Fanano in cui rivivere un’emozionante esperienza sui luoghi del fronte con i protagonisti della guerra e il cammino sul “cuore pensante” di Monte Penna, con cui ripercorrere la memoria della guerra sul monte della battaglia partigiana. Un messaggio di pace passato anche attraverso la tavola e il convivio: a questo si sono ispirate le cene etniche “Aromi e sapori” con scambio di specialità gastronomiche regionali e internazionali, per favorire il dialogo interculturale.

Un’azione concreta per la pace attraverso la connotazione e la trasformazione del territorio protagonisti di questa iniziativa, Lama Mocogno con la creazione dei Sentieri di Pace, Polinago con il Parco della Pace e l’orto-giardino, e infine l’Orto del Governatore, al Castello di Sestola, che si presta, dato l’aspetto quasi fiabesco, alla ricerca di una pace interiore. Un percorso di pace a 360°, dunque, dall’interiorità all’armonia con la natura fino alla pace relazionale per comprendere e sostenere quella mondiale.