A Fiorano Modenese sono stati accantierati i lavori per trasformare la scuola di piazza nella sede degli uffici tecnici; si lavora per trasferire il settore cultura e sport nel Palazzo Astoria e sono iniziati i lavori di riqualicazione di Piazza Ciro Menotti con l’abbattimento dell’attuale Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre.

Rimarranno, ma inseriti in un nuovo contesto, sia la statua dello scultore Marino Quartieri sia la parte di muro della Casa del Fascio, contro la quale vennero giustiziati i cinque partigiani nella notte del 15 febbraio 1945.
Viene invece demolito il complesso di camminamenti e aiuole ideato dall’architetto Claudio Roli, che non è mai riuscito a diventare parte integrante della piazza come invece doveva essere nei suoi intendimenti. Fu inaugurato il 15 febbraio 1975, costruito sul terreno dove in precedenza sorgeva la Casa del Fascio e alti pioppi proteggevano i piccoli giardini pubblici.

L’abbattimento e l’avanzamento nel complesso monumentale consentono di arretrare il collegamento stradale fra Via Pellico e Viale della Vittoria, in modo che scorra esterno alla Piazza e non l’attraversi, come invece è stato fino ad oggi. In questa prima fase la viabilità e la sosta non hanno subito limitazioni.

“I Fioranesi sognano una nuova piazza quando sognano una nuova Fiorano – diceva l’introduzione alla mostra che l’8 Settembre 2006 ha raccontato ai Fioranesi la storia della loro piazza – Così è stato durante il Fascismo, così è stato negli anni Settanta dopo l’industrializzazione e così è oggi che si comincia a realizzare il paese disegnato dal Piano Urbanistico e reso possibile dall’adozione dei Piani Operativi Comunali, dei progetti di quartiere, del piano per le barriere architettoniche, del piano per la mobilità, del piano per le piste ciclabili, degli interventi per rilanciare il centro storico”.

Per secoli il cuore della comunità fioranese era rimasto sul colle dove troneggiava il castello e dove nel Seicento la fede popolare, sostenuta dall’ambizione ducale, aveva eretto il Santuario, la cui mole risultava predominante architettonicamente, culturalmente, socialmente, diventando perfino prevaricante rispetto allo sviluppo di Fiorano verso la pianura, lungo le strade Maestra, Valle, Cerreto e Bugadella, considerate come mere espansioni periferiche dell’antico borgo.

Nel 1929 il Podestà scrive al Prefetto perorando la costruzione di una nuova sede municipale nello stabile dei Sigg. Vignocchi, posto nel centro di Fiorano, con un ampio appezzamento di terreno nel quale “potere ricavare una bellissima piazza centralissima nelle immediate adiacenze e soddisfare così ad un bisogno sentitissimo mancando ora una qualsiasi piazzetta nel paese”.

Negli anni Trenta, un ambizioso progetto soltanto in parte realizzato, oltre alla scuola e alla sede comunale, prevedeva la costruzione della Casa del Fascio, della caserma dei carabinieri, del Viale del Littorio, della Casa del Balilla e del campo sportivo, mentre in altre strade del capoluogo già funzionano l’asilo infantile Coccapani (Via Cerreto), il macello (Via Riola), il cinema Umberto I (Via Roma, già Via Valle) determinando finalmente la trasformazione in “centro” dell’agglomerato edilizio attraversato dalla strada Maestra. E cuore del centro è la piazza, pure se piccola.

Nel 1946 la Giunta Comunale, per combattere la diffusa disoccupazione, dà avvio al nuovo acquedotto e alla risistemazione della piazza, periodicamente allagata perché più bassa della strada Maestra, dalla quale la dividono alcuni gradini. Il dislivello viene colmato con la terra smossa e i rottami prodotti dai bombardamenti aerei. Ma non sono anni per sognare; rimangono soltanto disegni gli alcuni timidi tentativi per abbellire Piazza Ciro Menotti almeno di qualche aiuola e di una pensilina per la fermata delle autocorriere. Spunta un distributore di benzina, segno dei tempi perché arriva l’automobile, nuova padrona della piazza, in temporanea ritirata soltanto per i “baracconi” e il tiro a segno della Fiera d’agosto, i circhi piccoli e piccolissimi a gestione familiare, il mercato settimanale, gli infuocati comizi politici, qualche raro spettacolo, le commemorazioni dei caduti.

All’angolo nord-ovest viene costruita una casa popolare “Fanfani”. La Casa del Fascio, adattata a sede del Comitato di Liberazione Nazionale e dei partiti democratici, della Cooperativa di Consumo e poi Casa del Popolo, ospita nel suo parchetto il ballo La Pergola e le feste dell’Unità, prima che la guerra fredda scacci il Pci dall’edificio e la Camera del lavoro dal municipio. Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta la Casa del Fascio assume diverse funzioni: scuola elementare e media, ufficio postale, magazzino comunale, biblioteca, sala esposizioni mentre l’area cortiliva, ombreggiata da imponenti pioppi, diventa il giardino pubblico, con qualche panchina, altalene e dondoli, la baracchina estiva del cocomeraio.
Negli anni Settanta si decide di abbattere la Casa del Fascio per costruirvi il monumento ai caduti, che negli obiettivi progettuali doveva ampliare Piazza Ciro Menotti con spazi di passeggio pedonale, mai diventati un’abitudine fra i Fioranesi. Un ulteriore successivo ampliamento, anch’esso sacrificato a parcheggio, ha portato alla inaugurazione di Piazza Martiri Partigiani Fioranesi. Dal 1975 Fiorano conosce la stagione dell’effimero, che effimera non è, ma un modo di coinvolgere l’intera comunità in spettacoli, feste, incontri che invadono piazze, strade e cortili. La cultura esce dall’élite dei luoghi deputati e le aree pubbliche vengono riconquistate dalla gente. C’è sempre più bisogno della piazza, ma non basta a decretarne la trasformazione; la funzione di parcheggio resta insostituibile e un innovativo progetto di metà anni Ottanta rimane soltanto un’ambizione, un’utopia che finalmente ora è in fase di realizzazione.