Otto voci senza nessun strumento: il fascino del canto a cappella arriva a Montecreto domenica 12 agosto, alla Corte Segantini. I protagonisti di questa performance sono gli “Uràcul”, otto voci di Sestola che si dilettano nel canto a cappella, le cui origini risalgono alla preistoria, quando gli uomini e le donne dei villaggi si riunivano attorno al fuoco per cantare musiche propiziatorie o di ringraziamento per le divinità, e che conobbe un grande splendore durante il periodo rinascimentale.

La performance a Montecreto vedrà il coro impegnato in un concerto di voci, seguendo la tradizione religiosa, che impegnava, nel canto senza strumenti, monaci e chierici della “schola cantorum”. Alla “schola cantorum” veniva affidato il ruolo di guida dell’assemblea religiosa: il coro si posizionava nella cantoria, sotto la cappella più importante, da qui il termine italiano “a cappella”, che indica il canto privo di accompagnamento strumentale.

Il gruppo “I Uràcul” nasce a Sestola 14 anni fa, per volontà di cinque amici. Il nome, che attinge dal dialetto locale e significa “persone dall’umore variabile, di temperamento volubile e dal carattere lunatico” lascia supporre la natura vivace della formazione polifonica. Da poco più di un anno il quintetto si è trasformato in ottetto, acquisendo tre nuovi componenti con cui interpretare vecchi e nuovi brani.

Le tradizioni dello spiritual, del gospel, del folk e del doo-woop americano, che si ispirano al canto a cappella, rivivono nell’esibizione dell’ottetto, in un repertorio composto da brani classici, popolari e di musica leggera, curati nelle armonizzazioni dal maestro Sergio Pagliai.


Le voci di Carlo Pagliai, Giancarlo Lenzini, Alessandro Cappellini, Ivan Ballotti, Lauro Bernardoni, Luigi Pagliai, Giovanni Tintori e Gabriele Chiodi si uniranno tra canto popolare, produzione madrigalistica ed elaborazioni di musica “pop”, alla maniera dei “King’s Singers” o, per rimanere in Italia, dei “Neri per Caso”.