L’avvio di accordi di filiera per l’aceto balsamico di Modena esprime “la volontà di fare un passo avanti per sostenere questo prodotto consolidandone il forte radicamento territoriale, non è certo un modo per rimettere in discussione la domanda di Igp pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea a luglio”. L’ha detto il presidente della Provincia Emilio Sabattini aprendo l’incontro – che si è tenuto nei giorni scorsi nella sede della Provincia – con i rappresentanti delle associazioni agricole regionali, delle cooperative che producono mosti e di aziende modenesi.

“Nel Piano regionale di sviluppo rurale approvato a Bruxelles – ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – sono previste misure di sostegno all’aceto balsamico di Modena, accompagnate a risorse per promuovere la filiera. Questo a prescindere dall’Igp”.

Nella bozza di progetto di filiera presentata dalla Provincia e discussa nell’incontro del 7 settembre – sulla quale è previsto un incontro a livello tecnico nelle prossime settimane con associazioni di categoria e imprese insieme a funzionari della Provincia e della Regione – si propone di lavorare sullo sviluppo di due linee di prodotto: l’aceto balsamico con uve provenienti da vigneti dell’Emilia Romagna, area tradizionale di fornitura dei mosti acquisiti dai produttori, e l’aceto proveniente da uve originali di Modena e Reggio Emilia, una sorta di “cru” del prodotto.

“Se si arriverà a sottoscrivere intese tra il mondo agricolo e industriale per l’aceto balsamico di Modena – ha annunciato Giuseppe Ambrosio, capo dipartimento delle Filiere agricole e agroalimentare del ministero delle Politiche Agricole, forestali e dell’alimentazione – il ministero è pronto a sostenerle con decisione in quanto coerente con le linee di politica per i prodotti di qualità. Per questo, quindi, potremo studiare iniziative di supporto anche sugli aspetti promozionali”.

“Piuttosto – ha concluso il presidente della Provincia – mi rammarico perché nel momento in cui le istituzioni riuniscono tutti i soggetti interessati ad azioni concrete di valorizzazione di un prodotto del territorio ci sia chi, come un’associazione e due consorzi, anziché sedere al tavolo e contribuire alla definizione di una soluzione condivisa, rifiuta il confronto e diserta gli incontri. Il che la dice lunga sulla reale volontà di lavorare per il bene dell’aceto balsamico di Modena”.