L’accordo raggiunto venerdì scorso 21 settembre tra Sindacati e Governo sul welfare per il settore agricolo, segna una tappa fondamentale nella lotta al lavoro nero e sommerso e per garantire trasparenza e competitività alle aziende del settore, nonché per i diritti e l’equità dei
trattamenti dei lavoratori agricoli.


Lavoratori impiegati in agricoltura che ammontano in Italia a quasi un milione, dei quali 80 mila in Emilia-Romagna e oltre 10 mila nella nostra provincia, con un’occupazione in nero stimata intorno al 30%.
In sintesi, l’accordo ha prodotto la riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola, unificando il meccanismo di accesso (che
costituisce oggi uno dei volani del lavoro nero) con il pagamento in maniera unitaria per il 40% della retribuzione per coloro che avranno
lavorato almeno 51 giornate nell’anno precedente. In sintesi: l’ammontare della disoccupazione crescerà proporzionalmente al numero di giornate effettivamente lavorate, mentre questo, oggi, avviene solo parzialmente.

Inoltre l’accordo prevede l’estensione della cassa integrazione salariale straordinaria in deroga anche al settore agricolo a partire dal 2008; la
stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato, ulteriori norme in materia di sicurezza sul lavoro e formazione e l’applicazione del Durc (Documento unico di regolarità contributiva).


La Flai Cgil si ritiene soddisfatta per il merito dell’Accordo e per il metodo con il quale è stato ottenuto. L’Accordo mette la parola fine circa l’approvazione del più complesso Protocollo del 23 luglio, poiché recepisce le richieste e le sollecitazioni
partite dalle organizzazioni sindacali in materia di previdenza agricola ed emersione del lavoro nero in agricoltura. Il Sindacato dell’Agroindustria è nella condizione di presentarsi nella consultazione sul Protocollo del 23 luglio con un argomento in più che non potrà che essere apprezzato dai lavoratori agricoli.

(Umberto Franciosi, segretario provinciale Sindacato Agroindustria Flai/Cgil Modena)