“Non condivido ma prendo atto della decisione dei vertici bolognesi e regionali del mio Partito che hanno deciso di chiudere l’esperienza di maggioranza con la Giunta Cofferati. Non certo perché non vi siano elementi di forte critica nei confronti dell’operato del Sindaco, ma perché rimango dell’idea che le battaglie politiche
vadano combattute dall’interno e non dall’esterno, dove molto spesso il rischio che si corre è quello della marginalizzazione”.

“Non mi convince poi la scelta di abbandonare la maggioranza proprio su un tema come quello della sicurezza, tanto sentito ed esasperato a livello di opinione pubblica da rendere quasi impossibile
una comprensione accurata e oggettiva delle motivazioni della sinistra. Come se non
bastasse, il modo in cui la decisione del mio Partito è maturata risulta a dir poco contraddittorio e paradossale, visto che dalla mattina alla sera le posizioni dei nostri dirigenti sono passate da un opposto all’altro: prima l’incontro con De Maria
e con lo stesso Cofferati da cui pareva emergessero spiragli per ricucire lo strappo, poi il vertice con le altre componenti della sinistra e la decisione di uscire dalla maggioranza mantenendo però in una situazione francamente poco
comprensibile l’assessore. Proprio a questo proposito ci tengo a manifestare tutta
la mia solidarietà, la mia comprensione ed il mio apprezzamento alla compagna Patullo, abbandonata a se stessa e costretta da equilibrismi politici ad una scelta difficilissima tra la permanenza in Giunta e la fedeltà al suo partito. Temo infine che quanto successo a Bologna possa essere funzionale ad un disegno ben più ampio e
rafforzare coloro (tra cui lo stesso Veltroni) che ipotizzano un Partito democratico
autosufficiente e alleanze ‘di nuovo conio’. Per l’ennesima volta voglio sottolineare che non deve esserci alcun automatismo tra quanto accaduto al Comune di Bologna e le altre maggioranze, una sorta di ‘effetto domino’ che alcuni settori
moderati e conservatori vorrebbero si verificasse in questo momento: la situazione del capoluogo emiliano – romagnolo, seppur importante è e resta del tutto locale ed in gran parte legata a dinamiche di contrapposizione quasi personale attorno alla
figura del Primo cittadino”.

(Donatella Bortolazzi, capogruppo del PDCI all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna)