Oltre venti artisti chiamati dall’Anatolia a Bologna per il festival ‘Cuor di Turchia‘, in programma dal 23 novembre al 9 dicembre per la 3/a edizione della rassegna sulla scena internazionale contemporanea. Teatri di Vita ha scelto questo paese ormai quasi in Europa, ma in un confine ancora al centro di molti conflitti, gettando un ponte d’arte fra tutti i ‘noi’ e tutti ‘gli altri’.


Inaugura infatti il festival (23-24 novembre) il concerto-spettacolo Ashura, che riunisce i canti tradizionali di tutte le lingue parlate in Turchia: in controtendenza con il nazionalismo turco, Ashura propone tanti alfabeti, dal turco al curdo, dall’armeno al greco, dall’ebraico all’arabo, per dimostrare la realta’ di una nazione composta da tanti popoli. In scena con la compagnia ”5.Sokak Tiyatrosu” anche una delle cantanti più rappresentative del Paese, Harun Ates. Lo spettacolo e’ diretto dal regista Mustafa Avkiran (incontrerà il pubblico al centro Cabral di Bologna il 22) e dalla coreografa Ovul Avkiran.

In programma anche una incredibile danza sui bicchieri: in Glassmen di Ilyas Odman (27 e 28 novembre), si scivola su calici di cristallo senza mai mettere piede a terra, metafora della fragilita’ della vita e insieme grande spettacolo. Poi il virtuosismo fisico di Solum della compagnia Taldans, che chiude il 9 dicembre con due assoli (il ballerino Mustafa Kaplan e la danzatrice Filiz Sizanli), che sembrano sfidare la capacità di sopportazione della sofferenza del corpo. Ma prima c’è anche la storia di un’amicizia amorosa maschile raccontata in danza (tra lotte muscolari e giochi con preservativi) in Monday in the Sun (1-2 dicembre) di Bedirhan Dehmen e Safak Uysal.

Il festival offre anche una piccola personale del regista Nuri Bilge Ceylan, premiato due volte a Cannes: saranno proiettati il 5 dicembre Uzak e l’8 Il piacere e l’amore.