Si chiama “Serpenti” l’operazione dei Carabinieri di Sassuolo e Maranello che ha portato dietro le sbarre 4 marocchini trovati in possesso di 70 chili di hashish nascosti nel deposito di una ditta di Reggio Emilia, la Marzi Srl risultata del tutto estranea alla vicenda, merce che una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato oltre 700mila euro.


L’operazione, il cui nome deriva dall’appellativo con cui la banda chiamava i Carabinieri carpito durante le intercettazioni telefoniche, arriva dopo un lavoro investigativo di alcuni mesi che ha permesso di bloccare un notevole giro di droga che coinvolgeva tutta la zona del distretto ceramico di Sassuolo ed anche le province di Bologna e Reggio Emilia. La banda, composta dal 42enne H.H, dal 30enne A.Q, dal 27enne E.B.B. e dal 40enne K.A., faceva arrivare la droga dall’Africa attraverso la Spagna poi la smerciava ad altri spacciatori di medio cabotaggio, si vendevano stock di uno o due chili, che poi la piazzavano a piccoli spacciatori distribuendola capillarmente nelle tre province di Modena, Bologna e Reggio Emilia.


Le indagini hanno portato ad un primo ingente sequestro di droga ai primi di novembre, quando venne tratto in arresto uno dei componenti della banda, il 21enne Abdelouhab, immigrato regolare che a Sassuolo gestiva un negozio di alimentari, trovato con 29 chili di hashish in macchina. L’attività investigativa è quindi proseguita con l’utilizzo di Carabinieri in borghese della compagnia di Sassuolo e Maranello che hanno pedinato gli ultimi quattro componenti della banda bloccati venerdì scorso. La merce, ben 70 chili di hashish che una volta sul mercato avrebbero fruttato oltre 700mila euro, era stata nascosta nella ditta Marzi Srl, una esposizione di materiale ceramico di Reggio Emilia in cui lavorava uno degli arrestati, il 42enne H.H. immigrato regolare residente a Reggio con al famiglia, in Italia da 20 anni.
Un vero insospettabile come ha confermato il titolare della Marci che di lui aveva totale fiducia al punto da affidargli tutta la gestione del magazzino dove venerdì sera è scattato il blitz dei carabinieri che hanno rinvenuto i panetti di hashish in un pavimento galleggiante; sembra che per il suo “lavoro” il 42enne sarebbe stato pagato qualche migliaio di euro. E’ quindi scattato il blitz nell’appartamento di Reggio Emilia dove vivevano gli altri 3 marocchini, un’abitazione in una zona defilata della città ma non in periferia, su questo elemento i Carabinieri hanno preferito mantenere ancora un certo riserbo; i 3 sono stati sottoposti a fermi di Polizia giudiziaria che dovrebbe essere confermato in giornata, non si è potuto procedere direttamente all’arresto perché non sono stati trovati in flagranza di reato. Tutti sono rinchisui in carcere a Reggio Emilia.




Difficile risalire a tutte le destinazioni che la droga avrebbe potuto prendere, la banda poteva contare su una rete di spaccio capillare ma non gestita direttamente, si servivano infatti di spacciatori che acquistavano ingenti quantitativi di droga, da uno a due chili alla volta, poi questi provvedevano a piazzarla a piccoli spacciatori che a Sassuolo operavano soprattutto nel quartiere Braida.

Dei quattro fermato solo il 40enne K.A. era irregolare, proviene probabilmente dalla Spagna, mentre gli altri tre sono regolari anche se l’unico che aveva un impiego era il magazziniere della Marzi Srl, H.H., il cui arresto ha stupito per primo il suo datore di lavoro che lo conosceva da 20 anni. Secondo i Carabinieri della compagnia di Sassuolo le indagini si possono dire concluse, ora la palla passa alla magistratura di Reggio Emilia.