Esplosione di interesse dei giovani per l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che nell’anno accademico 2007/2008 sta mettendo a segno uno dei più brillanti risultati mai conseguiti nella sua storia, superando ogni più rosea previsione formulata alla vigilia dell’apertura delle immatricolazioni.

Le immatricolazioni
Gli immatricolati al primo anno per i corsi di laurea triennali, per le specialistiche a ciclo unico (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Farmacia e Chimica e tecnologia farmaceutiche), per l’unico corso vecchio ordinamento sopravissuto alla riforma (Scienze della Formazione Primaria) e per la laurea magistrale in Giurisprudenza (corso unico di 5 anni) alla data del 30 novembre 2007 (e ci sarà tempo per immatricolarsi pagando la mora fino al 31 dicembre) erano 4.753, un numero considerevole se si pensa che nello scorso anno accademico – alla stessa data (confronto su dati MIUR) – risultavano immatricolati 4.008 studenti. In termini assoluti si sono avuti 745 iscritti in più, pari a + 18.59%.
Ancora più accentuato l’ordine di incremento (seppure poco attendibile perché molto parziale, in quanto le immatricolazioni chiuderanno ufficialmente il 31 marzo 2008) che ha coinvolto le lauree specialistiche biennali, dove – sempre alla data del 30 novembre – risultavano immatricolati al primo anno di corso 881 studenti. In questo caso l’effetto dell’aumento sul 2006/2007 è di + 235 unità, corrispondenti ad una percentuale del + 36,38%.
In generale, la fotografia al 30 novembre 2007 consegna l’immagine di un Ateneo in forte espansione capace di catturare l’attenzione di 5.634 matricole, ovvero quasi mille in più (980) rispetto ad un anno fa, e di compiere un balzo del + 21,06%.

L’equilibrio tra le sedi
Questo traguardo non è “figlio” del caso, ma risponde ad un disegno di complementarietà, sussidiarietà e unitarietà che, da sempre ha ispirato la gestione dell’Ateneo, non trascurando alcuno dei poli su cui si articola l’Università: nessuna delle due sedi, Modena e Reggio Emilia, è stata sacrificata sull’altare delle esigenze dell’altra e la crescita ha potuto distribuirsi in maniera equilibrata su entrambe le realtà. A livello complessivo, infatti, Modena, dove è più accentuata la crescita per quanto riguarda il raggruppamento delle lauree triennali, specialistiche a ciclo unico, lauree vecchio ordinamento (+ 20,49%), ha avuto un’espansione del + 20,85%, mentre Reggio Emilia, che ha registrato un raddoppio nella fascia delle lauree specialistiche (+ 110,00%), ha raggiunto un + 21,57%.

La crescita delle Facoltà
Alla crescita hanno concorso praticamente tutte le facoltà (12). Il segno meno accompagna solo la facoltà di Agraria, che riflette un generale andamento di difficoltà in cui versano sul piano nazionale le facoltà di Agraria, cui si sta cercando di reagire a livello reggiano con il potenziamento della qualità della ricerca ed un riorientamento dei corsi che ne caratterizzi meglio le specificità, e la facoltà di Giurisprudenza, limitatamente alle iscrizioni ai corsi di laurea triennali per il ritardo nelle immatricolazioni al corso di laurea in Scienze Strategiche. Per il resto, pur con differente grado di splendore tutte le facoltà brillano a giorno, con note accentuatamente positive per la facoltà di Bioscienze e Biotecnologie (+ 139,29% nelle triennali e + 50,00% nelle specialistiche), ma anche per Ingegneria di Modena (+ 36,69% nelle triennali e + 72,31% nelle specialistiche), per Ingegneria di Reggio Emilia (+ 28,80% nelle triennali e + 7,41% nelle specialistiche) e per Economia “Marco Biagi” (+ 18,70% nelle triennali e + 15,42 nelle specialistiche). Per non dire della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, che sembra essersi definitivamente disincagliata dalle “secche” in cui erano precipitati gli studi nelle cosiddette materie “dure” (chimica, fisica e matematica) e che ha messo a segno quest’anno un + 17,67% nelle triennali e + 41,38% nelle specialistiche. Una buona risposta hanno avuto anche Farmacia (+ 13,98%), Medicina e Chirurgia, che ha un’offerta tutta composta da corsi a numero chiuso, Lettere e Filosofia (+ 22,69% nelle triennali e + 17,39% nelle specialistiche), Scienze della Comunicazione e dell’Economia (+ 1,64% nelle triennali, principalmente per il calo di iscritti ai corsi a distanza, e + 101,32% nelle specialistiche) e Scienze della Formazione (+ 25,37% nelle triennali e nella laurea vecchio ordinamento e – 10,00% nelle specialistiche).

Recupero dei corsi di studio tecnico-scientifici
La tendenza più evidente, che sembra caratterizzare gli orientamenti della nuova generazione di “matricole”, guardando alle preferenze espresse sui corsi di laurea triennali, sulle specialistiche a ciclo unico e magistrali dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, è che quest’anno gli studenti hanno privilegiato i corsi di laurea più professionalizzanti e le scelte si sono indirizzate soprattutto verso le proposte didattiche delle facoltà tecnico-scientifiche, a dimostrazione del fatto che quando si mettono in campo efficaci iniziative di orientamento l’impegno paga. Raggruppando, infatti le facoltà secondo tre macro-aree, tecnico-scientifica (Agraria, Bioscienze, Ingegneria, e Scienze mm,ff,nn), medico-sanitaria (Farmacia e Medicina e Chirurgia) ed economico-giuridico-umanistica (Economia, Scienze della Comunicazione e dell’Economia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione), si nota che il primo gruppo (tecnico-scientifico) è aumentato di oltre il 5,00%, passando da un peso relativo del 23,45% nel 2006/2007 a un peso del 28,67% nel 2007/2008, mentre è proporzionalmente scesa l’attrazione del terzo (economico-giuridico-umanistico) da 57,98% l’anno scorso a 53,27% quest’anno. Sostanzialmente invariata l’influenza dell’area medico-sanitaria (18,56% nel 2006 e 18,05% nel 2007).

Molto di più di un terzo delle matricole rappresentata da “fuori sede”
Decisamente forte il legame che unisce, tanto a Modena che a Reggio Emilia, i neo-diplomati alla loro Università. Se si pensa che annualmente gli istituti superiori delle due città “sfornano” circa 4.000 diplomati a Modena e 2.500 a Reggio Emilia, quasi la metà dei quali si indirizza verso il lavoro, e più di 3mila – come si rileva dai dati – approdano su Modena e Reggio Emilia significa che l’offerta formativa dell’Ateneo soddisfa pienamente le attese dei giovani locali. Il 68,4% del corpo iscritti al primo anno dei corsi di laurea triennali, specialistici a ciclo unico e magistrali e alla laurea vecchio ordinamento è costituito da modenesi (46,2%) e reggiani (22,2%). Quasi un terzo, invece, viene da “fuori provincia”. Molto di più se si disaggrega il dato su base territoriale, sottraendo a Modena i reggiani e viceversa a Reggio Emilia i modenesi.
Le facoltà dove i “padroni di casa” sono in qualche misura “ospiti”, ovvero dove i locali sono in minoranza sono: Scienze delle Comunicazione e dell’Economia, che conta solo un 26,3% di reggiani, Scienze della Formazione, pure con solo un 39,5% di reggiani, Medicina e Chirurgia, che ha un 41,2% di modenesi, Lettere e Filosofia con un 44,8% di modenesi ed Economia “Marco Biagi” con un 48,8% di modenesi. Per contro quelle dove si parla più frequentemente il dialetto locale sono Giurisprudenza (71,2% di modenesi), Agraria (66,7% di reggiani) e Scienze matematiche, fisiche e naturali (62,6% di modenesi).

La colonia dei pugliesi sopravanzata da quella dei lombardi
Per la prima volta – con occhio sempre alle immatricolazioni ai corsi di laurea triennali, specialistici a ciclo unico e magistrali e alla laurea vecchio ordinamento – la colonia dei pugliesi (4,9%), la più radicata nell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, è sorpassata da quella dei lombardi (5,4%), provenienti soprattutto dalla provincia di Mantova, ma anche da Milano e Cremona. Più distanziati seguono i calabresi (2,1%) e la sempre più numerosa pattuglia dei veneti (1,9) e dei siciliani (1,7%).
A livello di facoltà quella che raccoglie il maggior numero di studenti “fuori regione” è in assoluto Scienze della Comunicazione e dell’Economia (38,00%), seguita da Bioscienze e Biotecnologie (29,9%) e da Medicina e Chirurgia (28,00%). Percentuali elevate anche a Farmacia (25,00%) e a Scienze della Formazione (20,9%).

Dal Camerun più che dall’Albania
Quanto alla popolazione delle matricole straniere, davvero variegata e composta da 49 differenti nazionalità, quasi una ONU degli studenti, gli arrivi più consistenti si registrano dal Camerun (41 nuovi), dall’Albania (39) e dal Marocco (13). La stragrande maggioranza viene da Paesi extra UE. Su un totale di 235 matricole straniere, la quota degli extracomunitari raggiunge le 208 unità, ovvero l’88,5%.
A livello di facoltà, in questo caso, quella più internazionale – si può dire – è Ingegneria di Modena con l’8,1% di stranieri, seguita da Economia “Marco Biagi” col 7,9% e Farmacia col 7,5%.