Il monitoraggio costante delle acque emiliano romagnole effettuato dalla struttura Daphne già da
ieri sera garantirà la tempestiva segnalazione di eventuali impatti sulle acque e sulle coste dei liquidi fuoriusciti dal traghetto turco in fiamme nel mare Adriatico, al largo della costa croazia.


Il rischio è che i liquidi possano raggiungere
nel giro di cinque-sei giorni in particolare la costa
ravennate, ma per il momento si tratta di una possibilità remota. Non sono tuttora note nel dettaglio tipologia e quantità delle sostanze contenute nei 200 mezzi di trasporto merci collocati sul traghetto in fiamme, che fa normalmente spola tra Trieste e le coste turche. Secondo l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente dell’Emilia Romagna
cui fa capo la struttura oceanografica ‘Daphne”, si presume che solo un numero limitato di essi sia adibito a trasporto di sostanze liquide, non necessariamente pericolose. La quantità
non rilevante di liquidi potenzialmente inquinanti, la collocazione della nave in mare aperto e la sua distanza dalle coste italiane inducono allo stato attuale ad un ragionevole ottimismo sull’assenza di danni ambientali lungo le coste emiliano romagnole. La struttura Daphne mantiene comunque attivo l’abituale servizio di monitoraggio, appositamente allertato per seguire in particolare gli sviluppi di quanto sta
accadendo in Adriatico.