“Per superare le differenze esistenti in materia di sicurezza sul lavoro e riconoscimento degli infortuni sul lavoro occorre globalizzare la solidarietà tra lavoratori ed organizzazioni sindacali. A livello europeo, si deve costruire una piattaforma comune finalizzata ad un mercato del lavoro in cui la precarietà lavorativa sia drasticamente ridotta, considerato il nesso tra precarietà e infortuni sul lavoro”. Lo ha detto Piero Ragazzini, segretario generale della Cisl dell’Emilia-Romagna, intervenendo al terzo congresso sulla sicurezza sul lavoro, organizzato a Valenzia dal sindacato Ugt della regione Valenciana.


Ragazzini e Rafael Recuenco, segretario generale dell’Ugt –PV, hanno pertanto stipulato un’intesa per una comune azione volta a “unificare i criteri di valutazione in materia di infortuni sul lavoro, realizzando corsi di formazione congiunti e ad operare per un cambio di mentalità nelle imprese dei rispettivi paesi, così da passare dalla marginalità degli attuali piani di prevenzione alla centralità delle regole di sicurezza sul lavoro nell’organizzazione imprenditoriale”.

Recuenco ha condiviso la necessità che i sindacati europei si dotino di strumenti comuni per la sicurezza. Cominciando con l’inserire nel dialogo sociale “la creazione della figura del delegato alla sicurezza territoriale nelle piccole e medie imprese, dove si concentra il maggior numero di incidenti sul lavoro”. Poi sollecitando le istituzioni locali spagnole ad utilizzare anche la polizia locale (i nostri vigili urbani, ndr) nella lotta contro gli infortuni sul lavoro”.
Altro punto fermo ribadito da Ragazzini e Recuenco è “la contrattazione collettiva intesa quale strumento fondamentale per migliorare la lotta contro gli infortuni sul lavoro”.
In quanto “l’azione sindacale sui posti di lavoro è determinante per potenziare la sicurezza e la prevenzione dei rischi sul lavoro”.

Da qui la richiesta dell’Ugt P-V al governo regionale valenciano di varare una legge unica in materia di salute e sicurezza sul lavoro entro la prossima legislatura (qualcosa di simile alla 626 italiana, ndr) e far si che tutti gli incidenti legati agli infortuni sul lavoro abbiamo valenza penale.
In Spagna, lo scorso anno si è registrata una media di tre morti sul lavoro al giorno. I lavoratori più a rischio infortuni sono i giovani precari, che nella pubblica amministrazione sono il 62%, di cui donne il 73%, contro il 50% nel settore privato. Il costo economico degli infortuni sul lavoro in Spagna è pari al 4% del Pil.