Anche a Modena si registra l’ampia vittoria dei Sì al referendum sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Lo comunicano le segreterie provinciali Fim- Fiom-Uilm di Modena, esprimendo soddisfazione per l’esito del voto, che ha visto il Sì prevalere con il 77 per cento, contro il 23 per cento del No.

«Il risultato modenese è superiore a quello nazionale, con il Sì al 75 per cento e il No al 25 per cento», sottolineano i segretari provinciali di Fim-Cisl (Claudio Mattiello), Fiom-Cgil (Giordano Fiorani) e Uilm-Uil (William Manfredini). Nel dettaglio risulta che a Modena e provincia hanno votato 18.415 lavoratori, pari al 69 per cento dei 26.720 aventi diritto. Si sono espressi per il Sì 13.986 votanti (pari al 77,35 per cento dei voti validi), mentre i No sono stati 4.096 (cioè il 22,65 per cento). Le schede bianche e nulle sono state 333.

«L’affluenza dei lavoratori al referendum conferma innanzitutto la buona capacità del sindacato dei metalmeccanici di coinvolgere i lavoratori e le lavoratrici nei processi decisionali – spiegano i segretari di Fim-Fiom-Uilm – Abbiamo svolte centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro con una discussione chiara e trasparente. Non sono mancati anche momenti di criticità, ma alla fine è prevalsa la consapevolezza che comunque gli sforzi e le iniziative di lotta effettuate da migliaia di lavoratori e lavoratrici modenesi hanno dato frutto a un’intesa che, nel contesto in cui si è stata raggiunta, ha portato dei buoni risultati sia in termini salariali che normativi».

Mattiello, Fiorani e Manfredini auspicano ora un confronto serio e costruttivo tra le parti sociali sulla questione salariale, che rappresenta la priorità del nostro Paese e, non a caso, è al centro della discussione tra Cgil-Cisl-Uil, il governo e la Confindustria.
«Quello dei bassi salari è un problema molto sentito e discusso anche tra i lavoratori modenesi, a partire da quelli del Gruppo Fiat – affermano i rappresentanti dei metalmeccanici – Ricordiamo che, prima di godere degli eventuali aumenti mensili, le buste paga vengono sempre prima alleggerite dall’Irpef. Questo meccanismo fa sì che non sia facile permettere una vita dignitosa a tutti i lavoratori e lavoratrici del nostro paese».