Un felice ritorno quello di Elio De Capitani e di Teatridithalia al Teatro delle Passioni dopo il successo di Angels in America che l’anno scorso concluse la programmazione del teatro contemporaneo modenese. Quest’anno portano al Teatro delle Passioni (dal 6 all’8 marzo ore 21, domenica 9 marzo ore 17) Libri da ardere, unico testo teatrale dell’autrice belga Amélie Nothomb, nell’allestimento curato da Cristina Crippa.

La vicenda è quella di un professore di letteratura, interpretato dal bravissimo Elio De Capitani, perfetto nei panni del suo cinico, colto e vile personaggio, del suo assistente Daniel, idealista ma non troppo, Corrado Accordino, e della giovane allieva Marina, iconoclasta, anoressica, attanagliata da gelo, cui dà vita con bel temperamento Elena Russo Arman. Fuori c’è la guerra e si ode di tanto in tanto il rumore dei bombardamenti. E’ inverno, fa molto freddo e manca il combustibile per le stufe. Così Marina fa una proposta scandalosa, oscena: visto che la casa del professore è piena di libri, che siano questi a essere bruciati. La proposta viene subito rifiutata con sdegno, ma alla fine anche Daniel e il Professore cedono all’istinto di sopravvivenza e soprattutto alla logica diretta e naturale, anche se iconoclasta, di Marina. Lo stile è tagliente e acuto, a tratti divertito, soprattutto quando ci sono da inventare i nomi degli autori e i titoli dei libri da bruciare, dei quali viene attentamente valutato il valore letterario prima che si possa procedere alla loro distruzione. Un tema capace di smuovere svariati quesiti tra i quali il più scottante rimane quello di capire se l’uomo abbrutito dalla guerra, privato dell’arte della parola, della capacità di perdersi nell’immaginazione e del poter godere di un paesaggio, sia un uomo appagato. Una dura riflessione sulla guerra, sul rapporto tra natura e cultura, tra corpo e mente, tra la necessità di conservare la propria vita e conservare il sapere accumulato nei millenni trascorsi, tra la sofferenza del freddo e quella che provoca, alla mente, l’essere privata del suo nutrimento.