Reggio Emilia è l’unica città italiana a partecipare all’Intercultural Cities, progetto promosso dal Consiglio d’Europa per sostenere le politiche di governo interculturale del fenomeno migratorio nelle comunità locali. Selezionata insieme ad altre 11 città europee – tra le quali Berlino (Germania), Lyon (Francia), Greenwich (UK), Neuchatel (Svizzera), Lublin (Polonia) – Reggio Emilia è stata scelta per la sua capacità di sviluppo di buone pratiche rispetto alle politiche interculturali.


La delegazione del Consiglio d’Europa, che ha visitato Reggio a inizio marzo per conoscere il lavoro e le iniziative locali sul tema, ha riscontrato che “le esperienze sull’infanzia e sull’integrazione, il lavoro di Mondinsieme e dei mediatori interculturali, i centri culturali ed educativi di quartiere, i diversi studi condotti sulla percezione dell’immigrazione, la relazione di fiducia tra l’amministrazione e le organizzazioni etniche – si legge nella lettera inviata al sindaco Graziano Delrio – sono d’esempio per altre città in Europa. Sono queste esperienze un patrimonio su cui Reggio Emilia può costruire un profilo interculturale ancora più solido, rendendo la diversità un vero valore aggiunto per arricchire la conoscenza e definire un modello di sviluppo economico basato sulla cultura”.

Grazie alla partecipazione al progetto Intercultural Cities, la nostra città avrà a disposizione esperti europei del settore per lo sviluppo delle strategie interculturali, la formazione alla leadership interculturale e la partecipazione degli stranieri alla vita pubblica locale. Il team di lavoro reggiano potrà inoltre usufruire di visite di studio ad altre città europee per confrontare le diverse strategie di costruzione di processi di governance e di politiche interculturali.

Con il progetto Intercultural Cities le migliori esperienze realizzate in diverse città d’Europa saranno studiate e diffuse, per incoraggiare lo sviluppo di strutture, politiche e pratiche in altre città. In seguito, le ‘buone pratiche’ saranno rese disponibili attraverso una “Fiera annuale delle città interculturali” e pubblicazioni su stampa e web.

Dopo la fase pilota (prevista nel biennio 2008-2009, che potrebbe protrarsi fino al 2010), si svilupperanno strumenti di sostegno e formazione per facilitare la diffusione di politiche e pratiche di governo interculturali su larga scala.