Non vogliamo spegnere gli entusiasmi sollevatisi da più parti sulla proposta avanzata dalla Fondazione Paltrinieri di un nido aziendale da
realizzarsi nell’omonima Corte rurale. Riteniamo, però, indispensabile procedere agli opportuni approfondimenti sul progetto.


La proposta a quanto apprendiamo dalla stampa si impernia su 2 cardini:
– la forte flessibilità oraria del servizio (sabato, domenica, mesi estivi)
– la riserva di posti alle aziende che aderiranno con una quota di partecipazione.

Come Sindacato siamo preoccupati rispetto a 3 ordini di problemi:
1) qualità del lavoro per chi opererà nel servizio e di conseguenza:
2) qualità e continuità dell’offerta educativa del servizio stesso
3) integrazione nel tessuto di servizi già offerti dal pubblico sul territorio.

Che la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro debba passare anche attraverso modulazioni più flessibili dei servizi è una posizione che come Sindacato sosteniamo da molto tempo, ma vogliamo che i progetti
proposti salvaguardino la qualità del lavoro dei dipendenti, gli standard educativi e soprattutto evitino che la precarietà diventi una dimensione di
vita anche per i bambini.

Cosa succede ad un bambino figlio di un dipendente che perde il lavoro in corso d’anno? Si troverà costretto a reinserirsi in un’altra struttura o ad esserne escluso?
Chi decide le priorità nell’accesso per i posti riservati? Il datore di lavoro?
Chi garantisce gli standard qualitativi del servizio?

Riteniamo, quindi, importante il coinvolgimento del Sindacato e delle Istituzioni sia nella discussione sul progetto che relativamente al
necessario raccordo con le strutture presenti nel territorio in quanto a standard qualitativi, modalità di accesso e costo per le famiglie, affinchè sia una vera opportunità per bambini e genitori, un’interessante sinergia tra pubblico e privato e non solo un business per il privato che lo propone.

(Cgil, Cisl, Uil Carpi)