600 euro per spostare un contatore del gas dall’interno all’esterno dello stesso muro; 250 euro per sostituire il limitatore che amplia la portata di un impianto elettrico; 30-40 persone in fila ogni giorno davanti agli uffici di via Razzaboni per chiedere spiegazioni sulle fatture e presentare reclami.

Che cosa sta succedendo a Hera? Se lo chiede l’Adiconsum, l’associazione consumatori della Cisl di Modena, che a sua volta ha visto aumentare in questi mesi l’afflusso di cittadini che chiedono chiarimenti sulle bollette Hera di gas, elettricità e rifiuti.

«Evidentemente c’è qualcosa che non funziona nelle modalità di comunicazione tra Hera e i cittadini-utenti – afferma il responsabile modenese di Adiconsum Angelo Ferrari Valeriani – Non si spiega altrimenti il continuo flusso di persone che si rivolgono ogni giorno agli uffici modenesi dell’azienda o alla nostra associazione».

Ferrari Valeriani cita poi alcuni casi concreti: una signora anziana residente in città sta aspettando dal giugno 2007 la restituzione di 110 euro erroneamente addebitati sulla bolletta del gas. Non avendo ancora ricevuto l’accredito della somma, ha chiesto assistenza all’Adiconsum. Una famiglia della periferia di Modena, che voleva ampliare la portata dell’impianto elettrico da 3 a 6 kw7h, ha dovuto pagare in febbraio 250 euro per l’intervento del tecnico Hera, il quale ha impiegato appena dieci minuti per rompere i sigilli del contatore e sostituir il limitatore. A Vignola un cittadino si è sentito chiedere 600 euro per spostare il contatore del gas dall’interno all’esterno di uno stesso muro; in più avrà a suo carico il costo dell’idraulico.

«Mi chiedo chi stabilisce queste tariffe per gli interventi a domicilio e con quali criteri – continua Ferrari Valeriani – Non è accettabile che un’azienda di proprietà pubblica, che macina utili su utili, imponga costi così alti ai cittadini, che sono anche, sia pure indirettamente, suoi azionisti attraverso le quote possedute dagli enti locali.

Infine – conclude il responsabile Adiconsum – non è tollerabile che un’azienda che aspira giustamente a diventare una delle più importanti multiutility d’Italia non sia ancora in grado di comunicare in modo chiaro e trasparente con i suoi clienti, costretti di fatto ad affollare quotidianamente i suoi uffici o a farsi assistere dalle associazioni dei consumatori».