Sono 27 le agenzie di somministrazione lavoro e tre le associazioni datoriali autorizzate all’attività di intermediazione che hanno sottoscritto l’accordo con la Provincia di Modena per ricevere mensilmente, a partire da giugno, gli elenchi dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità. A oggi sono negli elenchi 4.735 lavoratori, di cui 448 ancora in attesa di approvazione dalla Regione Emilia Romagna.


«In questo modo – spiega l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli – offriamo ai lavoratori maggiori opportunità di riprendere più rapidamente il percorso lavorativo momentaneamente interrotto. Alla base della decisione di definire l’accordo, c’è sia l’incremento dell’utilizzo di questa forma di ammortizzatore sociale, conseguente ai processi di riorganizzazione aziendale ai quali le nostre imprese si stanno sottoponendo, sia la scelta strategica di aprire una collaborazione con i privati che operano sul mercato del lavoro».

I firmatari dell’accordo, presenti in provincia di Modena con una o più filiali, offrono al territorio una copertura completa anche grazie alla disponibilità di un numero considerevole di operatori (circa 150 addetti) che ogni giorno visitano le imprese per raccoglierne i bisogni di mano d’opera, incontrano lavoratori dei quali verificano caratteristiche e aspettative professionali proponendo poi alle due parti le soluzioni più coerenti.

«Questo vuole essere un primo passo – prosegue Cavicchioli – verso una maggiore integrazione delle politiche attive sul mercato del lavoro, integrazione necessaria per consentire al pubblico di occuparsi di quell’area di disagio sociale dove, in provincia di Modena, si concentrano i maggiori problemi di disoccupazione e dove si trovano lavoratori che hanno bisogno di servizi ben più complessi della semplice intermediazione, servizi che dal privato, operando legittimamente con obiettivi di profitto o di servizio alle imprese, non è lecito pretendere in modo formalizzato».

In questa prospettiva strategica, secondo Cavicchioli, sarebbe possibile arrivare anche a modifiche della legislazione nazionale che consentano, per esempio, di superare alcune limitazioni conseguenti alla normativa sulla privacy con l’obiettivo comune «di dare a tutte le persone che per qualsiasi motivo hanno perso il lavoro ogni opportunità per ritrovarlo al più presto».