Oggi, in apertura del Consiglio provinciale, l’assessore alla Cultura, Simona Lembi, a proposito del decreto “blocca processi” approvato dal Governo, ha informato l’assemblea di aver scritto la seguente lettera
scritta al ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna.


“Gentile Ministro, la Provincia di Bologna ha, da tempo, avviato, una serie di azioni di contrasto alla violenza sessuale, forte anche di decisioni unanimi del Consiglio provinciale su questo tema.

Fin dal 2000, il nostro Ente mette a disposizione dell’associazione “Casa delle donne per non subire violenza onlus” due appartamenti-rifugio che accolgono le vittime e i loro bambini.

Dal 2006, inoltre, abbiamo promosso un’ampia rete istituzionale, composta da 59 dei 60 Comuni del territorio bolognese, che prevede l’impegno di ciascuna amministrazione comunale a inserire nel proprio bilancio una posta economica per azioni di contrasto al fenomeno della violenza sessuale.
Sono stati i dati rilevati (in particolare dall’ultimo rapporto Istat) a spingerci ad agire in questo modo.
L’Istat ha reso pubblici dati allarmanti sulla violenza, che raccontano un fenomeno diffuso e, purtroppo, ancora sommerso. Nove donne su dieci non denunciano: per vergogna e, anche, per paura.
Per queste ragioni, desidero esprimerLe profonda preoccupazione per le possibili ricadute che l’attuale formulazione del “Pacchetto sicurezza” (Disegno di Legge di conversione del Decreto Legge 92/08) potrebbe avere nell’andamento dei processi per i reati di stupro, aggressione, lesioni per i quali (finora) è prevista la sospensione per fatti commessi fino
30/06/2002 e, quindi, la sospensione di circa 100.000 processi, fra cui anche quelli per stupro, violenza sessuale e violenza privata”.
Mi appello a Lei, perché non rimanga silente rispetto a questa prospettiva.
Le chiedo di farsi interprete di quell’angoscia in cui sprofondano le donne (e spesso i loro figli) vittime di violenza, che pur sapendo bene che
niente potrà cancellare la violenza subita, aspettano comunque la lettura di una sentenza per sentirsi riconosciute le proprie ragioni.
Da tempo, insieme con altre colleghe, sosteniamo la necessità di costituire un tavolo istituzionale, promosso dal ministero per le Pari opportunità,
che promuova azioni diffuse di contrasto alla violenza, che raccolga le esperienze migliori, che dia il senso di un’iniziativa nazionale e non solo
locale contro la violenza sessuale.
Se prevarranno le logiche finora espresse nella formulazione del “Pacchetto sicurezza”, temo che il lavoro svolto in questi anni possa subire una forte battuta d’arresto.
Le uniche a perderci saranno le donne, che rischiano di rifuggire, sempre di più, nella sfiducia verso le Istituzioni e verso il Paese.
Confidando nella Sua sensibilità e certa della Sua disponibilità ad avviare un lavoro incisivo di contrasto alla violenza contro le donne, La saluto
cordialmente”.