Sinagoghe aperte, visite guidate per le strade del ghetto e ai lavori di restauro nel cimitero israelitico, presentazione di libri, concerti, danze ebraiche, degustazione di dolci tipici, pranzi a tema. E’ questo il programma della nona Giornata europea della cultura ebraica, che si celebra a Modena domenica 7 settembre. L’iniziativa, che quest’anno si intitola “Musica e Parole”, si svolge contemporaneamente in oltre 58 località italiane e in 27 paesi europei.

L’iniziativa è a cura Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, dei Comuni di Modena e Reggio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia.
Dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18 sono in programma visite guidate per le strade del ghetto e alle sinagoghe, compresa quella di via Coltellini, mentre dalle 10 alle 12 si può visitare il cimitero israelitico, in strada san Cataldo, dove sono in corso lavori di restauro.
Alle 11.30, in piazza Mazzini, sarà presentato il libro “Sefarad, un mondo ebraico” di Fulvio Diego Papouchado, mentre alle 18 la sinagoga di piazza Mazzini ospiterà il concerto “Musica e Parole” dell’ensemble Salomone Rossi con presentazione storico-religiosa dei brani a cura di Adolfo Lattes.
Dalle 17 alle 21.30 piazza Mazzini si animerà con le danza ebraiche a cura di Terra di danza e, sempre alle 17, si potranno degustare dolci tipici a cura dell’Agriturismo Aggazzotti di Formigine, dove alle 13 di domenica è in programma un pranzo a tema (prenotazioni al numero 059 553235). Dalle 9 alle 19, in piazza Mazzini si potranno inoltre acquistare libri in un punto vendita a cura della libreria Nuova Tarantola.
Numerose anche le iniziative previste a Reggio Emilia, tra cui l’inaugurazione della sinagoga di via dell’Aquila nel 150esimo anniversario della dedicazione.
La Giornata europea della cultura ebraica sarà preceduta, venerdì 5 settembre alle 10 nella sala conferenze dell’Archivio di Stato di Modena, in via Sgarzeria 6, da una giornata di studi sul tema “Cultura ebraica a Modena dalle fonti e dai documenti”. In programma interventi di Federica Francesconi, Maria Pia Balboni, Luisa Modena, Luca Baraldi, Pietro Livi, Raffaella Manelli, Cristiano Dotti, Enrico Angiolini, Giovanna Caniatti e Sara Torresan.

Al termine delle relazioni si potrà accedere alla sala ovale dell’Archivio di Stato, dove saranno esposti alcuni documenti tratti dai fondi archivistici e il plastico “Il Ghetto degli ebrei a Modena”, realizzato in occasione della Giornata europea del 2007.

Apre al pubblico l’archivio della comunità ebraica
Conserva documenti che vanno dalla chiusura del Ghetto (1658) ad oggi, ma anche carte del XVI secolo l’Archivio storico della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, recentemente riordinato dalla ricercatrice Sara Torresan e ora aperto al pubblico il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 17.30 (informazioni ai numeri 059 223978 e 059 9784490, e-mail).
L’Archivio conserva soprattutto documenti di carattere amministrativo, anche se non mancano atti “anagrafici”, scolastici e medici, in buono stato di conservazione. Nel corso dei secoli, infatti, i materiali non hanno subito danni o dispersioni e sono stati conservati in spazi adiacenti la sinagoga da quando il Tempio venne edificato (1874).

Sono confluiti nell’archivio modenese anche i documenti dell’archivio della Comunità ebraica di Carpi, chiusa nel 1920.

Da mille anni sotto la Ghirlandina
La presenza ebraica a Modena si fa risalire al secolo XI, anche se i primi documenti ufficiali sono del 1393, quando si stabilirono in città alcuni prestatori provenienti da Perugia, Rimini e Fermo. Con il trasferimento della corte estense da Ferrara, nel 1598, molti ebrei seguirono i duchi e la comunità raggiunse le mille persone. Nell’area di piazza Mazzini, dove nel 1638 fu istituito il ghetto, si affacciavano sinagoghe, confraternite e scuole.
Fu solo con l’annessione di Modena al Regno d’Italia, nel 1861, che per gli ebrei iniziò il periodo dell’emancipazione. In quell’anno la comunità contava ancora mille persone, che si ridussero a 474 nel 1931 e a 185 nel 1945. Gli iscritti alla comunità modenese sono oggi una sessantina.