La situazione dell’organico di fatto, in Emilia Romagna è insostenibile. L’organico di diritto, attribuito alla regione dal precedente Governo, pur non tenendo conto dell’aumento della popolazione scolastica previsto per l’anno scolastico che sta per iniziare (circa 10.000 alunni), aveva riconosciuto sostanzialmente l’organico di fatto dell’anno precedente e quindi, nonostante i tagli, poteva essere accettato in vista di un aggiustamento consistente in organico di fatto.


La situazione ora si presenta totalmente diversa:
nonostante le richieste pressanti e giustificate da parte dei dirigenti scolastici, dei dirigenti USP e persino dell’USR, ancorché con una richiesta molto bassa ed inadeguata a rispondere alle situazioni di fatto, nell’incontro del 2 settembre presso l’USR è stato comunicato alle Organizzazioni Sindacali che in organico di fatto nessun posto verrà assegnato e che forse, con alcuni artifici tecnici, si potranno ottenere la metà dei posti originariamente previsti. Così come non è certa la copertura della statalizzazione delle “Aldini”, concordata con il Comune di Bologna.

Il risultato di tale scelta, determinata dal ministro delle finanze oltre che dal MIUR, produce una situazione ingestibile per una parte consistente delle scuole della nostra regioni: per la prima volta insegnamenti di discipline obbligatorie per gli ordinamenti vigenti, non potranno essere forniti, con una lesione grave dei diritti degli studenti. Ed ancora: sezioni di scuola per adulti non potranno essere aperte, sezioni a tempo pieno e sezioni di scuola dell’infanzia non potranno essere realizzate, riduzione del tempo prolungato.

A questo si aggiunge il quadro già delineato dalla finanziaria e dalle iniziative legislative del Governo e dalle dichiarazioni del Ministro Gelmini: taglio degli organici per 90.000 unità in tre anni, riduzione del tempo scuola, possibilità di attuare l’obbligo nella formazione professionale, cancellazione del tempo pieno, introduzione del maestro unico, senza alcun dibattito e per decreto.
Già a luglio, all’uscita della legge Finanziaria, avevamo illustrato puntualmente, con una conferenza stampa, gli effetti disastrosi per la nostra regione delle scelte di questo governo. Quello che ora si prospetta è un ulteriore peggioramento della qualità della scuola pubblica.

Anzi, quello che si delinea è una vera e propria distruzione della scuola statale, così come prevista dalla Costituzione. Si propone infatti una scuola pubblica di qualità sempre più bassa, con orario ulteriormente ridotto, che favorisce la selezione di censo e di stato sociale, dunque esattamente il contrario di quanto servirebbe a questo paese, e di quanto previsto dalla Costituzione.

Noi non siamo d’accordo e non possiamo assistere silenziosi a questo disastro. E programmeremo iniziative, oltre a quelle già organizzate in alcune province, per contrastare questo disegno.
Chiediamo alle Istituzioni Locali, alla Regione, alle forze politiche un’iniziativa adeguata alla gravità della situazione della scuola pubblica.
Non si tratta solo di salvaguardare gli interessi dei lavoratori del settore, che in quanto deliberato da questo governo vedrebbero peggiorate sostanzialmente le condizioni di lavoro, con una perdita significativa di posti di lavoro, ma di garantire una delle istituzioni fondamentali per la crescita sociale, economica e democratica nel nostro paese.

(Paolo Tomasi – segretario generale regionale della Flc/Cgil)