Si è presentato nel negozio di un pakistano di 24 anni in via Fondazza, nel centro di Bologna, ha detto di essere un finanziere e di dover fare un controllo. Ha cominciato così a compilare un modulo – che poi si è scoperto essere un contratto telefonico – e gli ha chiesto le coordinate bancarie spiegandogli che dopo la firma gli avrebbe regalato un telefonino. Il pakistano si è giustamente insospettito e gli ha chiesto il tesserino. Non avendolo ricevuto ha chiamato il 113.


Alla polizia il giovane, un 22enne bolognese, ha spiegato che era più facile spacciarsi per finanziere che spiegare ad uno straniero come funzionava il contratto telefonico che gli voleva rifilare.
Con lui nei guai sono finite altre due persone che lo accompagnavano e che erano al primo giorno di lavoro, facendo il tirocinio – un bolognese di 20anni e un peruviano regolare di 40 -. I due hanno detto di non aver capito come mai il loro tutor facesse così, ma non è bastato a evitare la denunciata per tentata truffa aggravata in concorso e usurpazione di titoli.

Il 113 ha poi tentato di contattare l’azienda bolognese del 22enne che lavora per conto del fornitore telefonico, ma senza esito.