L’Assessorato al Lavoro della Provincia di Modena ha presentato oggi il numero 11 dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro, sui cui dati, riferiti al primo semestre 2008, occorre avviare da subito una seria riflessione.


Si evidenzia infatti un rallentamento della crescita, con un saldo fra avviamenti e cessazioni ancora positivo, ma in netta diminuzione rispetto al primo semestre 2007; il calo degli avviamenti riguarda quasi tutti i
settori, ma è particolarmente più evidente nel settore alimentare, nell’edilizia e nel settore ceramico.
Anche l’ambito dei servizi (in modo particolare ristorazione, alberghi, commercio, servizi alle imprese) segna il passo, nonostante la fortissima
espansione avuta negli ultimi anni. A questo si aggiunge l’incremento delle procedure di mobilità o di cassa integrazione.
I dati, che si inseriscono in una fase di forte difficoltà economica mondiale, sottolineano, se ancora ce ne fosse bisogno, la difficoltà che
sta vivendo la nostra economia. Difficoltà che dal punto di vista dell’occupazione significano più incertezza lavorativa, forte prevalenza degli avviamenti a tempo determinato piuttosto che a tempo indeterminato,
difficoltà di ricollocazione in particolare per le persone ultraquarantenni che sono espulse dai processi produttivi, forte prevalenza femminile nelle aree di lavoro precario.

Lo strumento dell’Osservatorio è una fonte molto preziosa di dati, che possono permettere analisi e approfondimenti per individuare soluzioni ai problemi e azioni concrete tese a recuperare una ripresa occupazionale contraddistinta non solo dalla quantità (che per ora ha ancora dati in positivo) ma dalla qualità della stessa.
La Cgil rivendica due strumenti: la stabilizzazione dei lavoratori precari e una gestione delle crisi aziendali che salvaguardi le competenze e
favorisca il passaggio di occupati ad altri settori attraverso un’adeguata formazione e riqualificazione professionale.
La Cgil da tempo ritiene indispensabile avviare una profonda analisi, con le Istituzioni e il sistema delle imprese su quale tipo di sviluppo
vogliamo nella nostra Provincia, un territorio che si è caratterizzato per la forte crescita demografica: questo implica la necessità di ragionare sul sistema di welfare, sulla capacità di inclusione e di coesione sociale, sulla qualità dello sviluppo economico, sul sistema delle infrastrutture.
Occorre che tutto il sistema si faccia carico di un’idea basata su uno sviluppo economico produttivo che faccia leva sull’innovazione, la ricerca e la valorizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici, rimettendo al centro il valore del lavoro e la sua qualità, anche attraverso un forte investimento su formazione e salute-sicurezza nei luoghi di lavoro.