C’è piena consapevolezza della gravità della crisi, ma anche la volontà di affrontarla e risolverla insieme. È stato un clima nonostante tutto positivo quello che si è respirato all’assemblea dei caseifici aderenti a Confcooperative Modena che si è svolta l’altra sera presso il caseificio Quattro Madonne a Lesignana di Modena.

«Abbiamo registrato la possibilità concreta di ragionare insieme sulle possibili soluzioni dei problemi del settore lattiero-caseario – conferma il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco – I nostri caseifici hanno capito che l’unica ricetta per uscire dalla crisi è aggregare la commercializzazione per gestire la vendita del Parmigiano-Reggiano in condizioni più favorevoli ai produttori».

All’assemblea hanno partecipato gli amministratori di una cinquantina di caseifici provenienti da tutto il territorio modenese, montagna compresa.
È intervenuto il presidente della Provincia Emilio Sabattini, che ha la delega all’agricoltura. Il dibattito è stato vivace e ha coinvolto anche il ruolo e le funzioni del Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano, al quale i caseifici chiedono, in virtù dei suoi rapporti a livello internazionale, un sostegno nella ricerca di nuovi mercati.

L’aumento della quota venduta all’estero è, infatti, una delle soluzioni che potrebbe aiutare il settore a risollevarsi e liberarsi del soffocante abbraccio della grande distribuzione organizzata, che assorbe attualmente il 60-65 per cento del prodotto. Per l’export, però, servono un’organizzazione e competenze che i singoli caseifici non possono permettersi, oltre che l’elaborazione di politiche commerciali diverse a seconda dei mercati che si vogliono aggredire.

Per questo Confcooperative Modena ha in programma una serie di incontri e seminari sul marketing e le regole base della commercializzazione rivolti agli amministratori dei caseifici associati.

I cooperatori dal canto loro hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa, presa dalla Provincia di Modena insieme alla Regione e al mondo produttivo, di chiedere al Ministero dell’Agricoltura la proclamazione dello stato di crisi del settore.
Allo stesso tempo, però, hanno sottolineato che l’applicazione disomogenea di alcune normative (per esempio quelle sui nitrati) tra la Regione Emilia-Romagna e altre Regioni come la Lombardia crea ulteriori difficoltà ai produttori modenesi, costretti ad affrontare problematiche che i loro concorrenti non hanno.