Tempi sempre più duri per i panificatori modenesi. Anche il 2008 confermerà l’inesorabile contrazione dei ricavi in atto da anni per le attività di panificazione, ulteriormente aggravata dalla crisi dei consumi in atto, che non sta risparmiando nemmeno beni come il pane. La flessione degli utili aziendali trova la sua chiara spiegazione soprattutto nella galoppante crescita di alcuni costi, oggetto di uno specifica analisi realizzata nelle scorse settimane da Fiesa, il sindacato degli esercenti del settore alimentare aderenti a Confesercenti Modena.


“Abbiamo svolto su un campione di 15 imprese del settore panificazione presenti sul territorio provinciale – esordisce Alberto Crepaldi, responsabile settore Alimentare per Confesercenti Modena – un accurato studio, per indagare l’andamento di alcune voci di costo nel periodo 2006-2008; ciò al fine di fare una fotografia dello stato di salute del settore panificazione, nonché di costruire una inconfutabile evidenza del fatto che i panificatori modenesi stanno subendo, forse più di altre categorie, una corsa al rialzo dei costi aziendali, a cui non ha corrisposto un proporzionale incremento nel prezzo del pane”.

Basti pensare che nel periodo settembre 2006-settembre 2008 il prezzo per la farina tipo O (ossia quella maggiormente utilizzata) è cresciuta in media del 40%; il conto dell’energia elettrica e del gas è aumentato rispettivamente del 35% e del 14%; il costo per carburanti e polizze assicurative ha avuto un balzo del 16%; il costo del personale ha subito una crescita dell’11%. Oltre a ciò va considerato che nel medesimo periodo, sul costo per mutui e prestiti c’è stato un vero e proprio boom (+60%).

Lo studio ha riguardato anche la Tariffa di Igiene Ambientale praticata dai diversi Comuni del territorio dove insistono le attività di panificazione; ebbene, negli ultimi 2 anni la TIA ha avuto un incremento medio del 12% .

“Attraverso la nostra indagine – puntualizza Daniele Mariani, Presidente Provinciale Fiesa-Confesercenti – abbiamo anche messo in luce come a fronte di un importante incremento dei costi aziendali, della pressione tributaria (passata dal 40,6% al 43,3%), del costo del denaro, i panificatori modenesi abbiano agito con grande senso di responsabilità; il prezzo del pane, come dimostra la rilevazione dell’Osservatorio Prezzi del Comune di Modena, è stato in effetti ritoccato in misura non proporzionale all’incremento dei costi aziendali ed in linea con il tasso reale di inflazione. Ciò a dimostrazione del fatto che i panificatori modenesi hanno tutt’altro che accelerato tensioni inflative ed utilizzato grande cautela nella costruzione del prezzo finale”.

“La crisi finanziaria in atto – conclude Crepaldi – che, associata all’aumento dei costi aziendali, rischia di travolgere numerose attività di panificazione e più in generale le piccole-medie imprese, impone, anche sul piano locale, la messa in campo di specifiche azioni, tese, da un lato, a garantire l’accesso al credito con il consolidamento dei Confidi, dall’altro a raffreddare carichi fiscale e tariffario. Su tale ultimo aspetto, la prova del nove sarà la discussione che comincerà a breve con i 47 comuni della Provincia sui regolamenti per l’anno 2009 della tariffa di igiene ambientale, cresciuta per le attività del settore alimentare fino al 15% negli ultimi 2 anni”.