La Provincia di Modena sostiene le misure anti-crisi proposte dalla Regione Emilia Romagna al Governo, ma nel contempo deve continuare il confronto con gli operatori della filiera del Parmigiano Reggiano, con l’obiettivo di «sollecitare processi strutturali di rinnovamento della rete che possano rafforzare il prodotto nel circuito commerciale». Sono gli indirizzi contenuti nell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo consiliari e approvato nell’ultima seduta del Consiglio provinciale con il voto favorevole di tutti i gruppi, con la sola astensione del Verde Walter Telleri.


Il documento, oltre ad auspicare «l’attivazione di azioni mirate nel settore creditizio atte a lenire lo stato di forte tensione finanziaria che, soprattutto in montagna, evidenzia indici di reale e forte preoccupazione», sollecita il sostegno della Provincia «per realizzare in tutta l’area della montagna un accordo di filiera per valorizzare le produzioni di eccellenza del Parmigiano reggiano, nell’ambito delle politiche messe in campo dalla Regione».
Nell’illustrare il documento Giorgio Barbieri (Lega Nord), presidente della commissione consiliare Attività produttive, ha ricordato come la crisi del comparto sia «drammatica, perché i produttori non riescono neppure a recuperare i costi di produzione», sottolineando come elemento di debolezza «la scarsa capacità a commercializzare il prodotto». Elemento, questo, evidenziato anche da Marisa Malavasi (Pdl), la quale ha aggiunto come sia «logico prevedere anche un riequilibrio della produzione rispetto alla domanda».
Tomaso Tagliani, nel ricordare che «le aziende agricole in montagna stanno chiudendo», ha chiesto «perché la Provincia ha tolto i contributi che venivano dati a Agrofidi, facendo venir meno proprio in un momento difficile un aiuto agli agricoltori». Dante Mazzi (Pdl), che ha votato a favore del documento «per dare un segnale positivo agli operatori del comparto, pur non condividendo interamente il contenuto dell’ordine del giorno», ha ricordato «le scelte sbagliate fatte in passato: dalla mancata promozione all’estero al ruolo inutile dell’Efsa». Sui limiti nella commercializzazione del prodotto si è soffermato anche Giandomenico Tomei (Pd), ricordando che «l’80 per cento è destinato al consumo nazionale». Tomei ha chiesto inoltre «un impegno per valorizzare le produzioni di montagna, visto che il Parmigiano costituisce di fatto l’unico elemento per l’agricoltura in quell’area. Mi auguro che con i fondi del Piano di sviluppo rurale si possa costruire una filiera in grado di rispondere positivamente a questo problema».
Nel suo intervento, il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha sottolineato come «le misure allo studio del governo, come ad esempio il ritiro dal mercato di centomila forme e la promozione all’estero attraverso Buonitalia, siano utili per superare il difficile momento congiunturale, ma è necessario rimuovere gli ostacoli strutturali del comparto per dare una prospettiva solida agli operatori. Per questo – ha aggiunto – incontrando i presidenti dei caseifici modenesi li ho sollecitati a valutare la strada delle aggregazioni commerciali». Quanto agli accordi di filiera «stiamo lavorando al bando regionale – ha detto Sabattini – insieme alla Provincia di Bologna proprio sulla valorizzazione delle produzioni di qualità dell’area di montagna». Infine, sul mancato finanziamento ad Agrofidi, ha annunciato «la volontà di mettere in campo altri strumenti innovativi per il microcredito, sul modello del Fondo per l’innovazione, un volano per consentire interventi sugli investimenti».
Nell’annunciare il proprio voto di astensione, il Verde Walter Telleri ha detto di «condividere l’analisi del presidente sulla crisi del Parmigiano», ma di trovare le proposte «assolutamente inadeguate, soprattutto per quanto riguarda il sostegno allo stato di tensione finanziaria e il ruolo del Consorzio del Parmigiano Reggiano».